Banksy, il writer inglese dall’identità nascosta, fa scalpore a New York

Banksy nasce a Bristol nel 1974, viene denominato “l’artista dall’identita nascosta”, non si sa molto della sua vita, ma abbiamo abbastanza elementi per definire la sua arte. Aderendo alla “street art” o arte di strada o urbana, ha creato opere a sfondo satirico, culturale ed etico. Opere che hanno fatto molto rumore tra i contemporanei, tra cui Basquiat(anch’egli artista di strada), soprattutto per l’anonimato d’autore che esse portano, rifacendosi a quella che viene denominata “guerrilla art”, secondo la quale l’artista lascia la traccia ma mai lascia trapelare la propria identità.

Banksy, vende le sue opere a New York per 60 dollari, sono tele originali, e li ritroviamo in una semplice bancarella di mercato a Central Park. Il video mostra benissimo come è avvenuta la vendita sabato scorso.

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Il cassiere a fine giornata ha raccolto 420 dollari. I famosi graffiti di Banksy sono tutti firmati, ma all’artista si da ancora la caccia, poichè nessuno lo ha mai visto. E’ in questo modo che vuole farsi conoscere, attraverso la sua arte, un’arte che tende poco all’estetismo e più popolare, ma comunque un’arte che attira e incuriosisce. La tecnica che predilige è lo stencil, una maschera normografica che serve a riprodurre lettere o simboli in serie, e i temi da lui preferiti sono quelli che riguardano l’anti-capitalismo, che si scontrano con la guerra o con le istituzioni a favore della pace. I soggetti sono bambini, poliziotti, anziani.

Dice Banksy:“Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore. Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere”. Egli difende la sua arte, nonostante non abbia i canoni estetici che richiede l’arte ideale, ma è importante che esista anche questo tipo di arte, al di là di ogni frontiera.

Banksy fu celebre per aver diffuso in tutta Londra gli stencil con i ratti, i Rats, di cui l’anagramma paradossalmente è “arts”. Inoltre è riuscito ad intrufolarsi nei musei di tutto il mondo e appendere accanto alle opere d’arte i suoi graffiti: in questo caso rappresentava nobili con le bombolette spray o con le maschere antigas.
Nel 2006 fa girare in tutti i negozi di dischi le copie-parodia del cd di Paris Hilton, e ancora un anno prima, nel 2005, realizza dei murales nella barriera di separazione israeliana, nei territori della Cisgiordania: questi murales rappresentavano dei veri e propri squarci di muro, in cui è possibile vedere cosa c’è dall’altra parte. In Italia infine, a Napoli,in via Benedetto Croce, crea uno stencil che era la reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini, con patatine e panino in mano, contro il consumismo.

Insomma, abbiamo di fronte un caso curioso da studiare e analizzare: un artista che non si fa vedere, proficuo di opere d’arte(se così vogliamo chiamarle), che ad un certo punto decide di vendere a poco prezzo. Quale sarà la sua prossima mossa? Non ci resta che attendere e nel frattempo proviamo ad immaginarlo attraverso le sue creazioni.

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