Cortei a Roma 18 e 19 ottobre: scontri e proteste contro l’allarmismo sicurezza

“Basta allarmismi inutili, guardiamo ai contenuti”: attraverso questo slogan gli organizzatori dei cortei del 18 e 19 a Roma hanno tentato di evitare che dei due giorni di mobilitazione si parlasse solo come un problema di ordine pubblico. Ma il rischio di tensioni era plausibile: nove le persone già fermate nella notte di venerdì in vista del corteo del sabato. Tra loro anche alcuni stranieri, aderenti a gruppi anarchici e persone arrivate da fuori Roma. Da ieri circola, addirittura, in rete un manuale di autodifesa digitale per “comunicare in modalità sicura attraverso lo smartphone”, “salvaguardare la propria sicurezza e quella di chi sta fianco in un corteo”, documentare le azioni o “registrare su nastro gli abusi commessi dalle forze di polizia”. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, giovedì ha assicurato che nei due giorni di manifestazioni sarà in azione un’unità di crisi permanente, coordinata dal gabinetto del sindaco, per seguire, in stretto contatto con il ministero dell’Interno, tutto quello che accade in città.

Sono stati schierati almeno quattromila uomini delle forze dell’ordine, rimosse auto e cassonetti, controllati tombini e cestini, chiuse alcune strade, protette le sedi istituzionali. Venerdì il lungo corteo degli antagonisti, cioè Cobas e Usb contro le politiche europee e nazionali, incapaci di fronteggiare la crisi.
Finito il corteo alcuni manifestanti si sono accampati a San Giovanni davanti alla Basilica. Sono rimasti lì tutta la notte, in attesa della manifestazione di sabato, assistendo agli “speakers’ corner” (gazebo di dibattito tematici) e dalle ore 20:00 alle esibizioni di Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Celestini, Assalti Frontali, Banda Popolare dell’Emilia Rossa.

Alle prime ore di sabato i protagonisti della “accampata” sono ripartiti in marcia con gli altri che, nel frattempo, sono arrivati da tutta Italia per il corteo promosso dai movimenti per la casa e l’acqua pubblica, no Tav e no Mous, e contro le discariche, seguendo un percorso simile, ma inverso nella direzione. Il corteo dei militanti Usb, Cobas, Cub (che ha l’adesione di Snater, OR.S.A. Scuola Universita’ e Ricerca, Sindacato Siae, Usi e Unicobas) è partito da piazza della Repubblica e ha percorso via Cavour, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per approdare in piazza San Giovanni. L’altro è andato da San Giovanni a piazza della Repubblica, ha assediato il Ministero dell’Economia, per arrivare poi a Porta Pia e “accamparsi” dinanzi al Ministero delle Infrastrutture. In comune, i due cortei hanno molte parole d’ordine, in particolare la lotta ad austerità e precarietà, l’opposizione alle scelte economiche del governo, alla Legge di Stabilità, alla politica per l’immigrazione.

Il pericolo era rappesentato da gruppi di black bloc e infiltrati provenienti dal resto d’Europa, alcuni dei quali già attivi in Val Di Susa, pronti a scendere in piazza sabato per mettere a ferro e fuoco Roma e così è stato. Tafferugli sono accaduti davanti alla sede dell’associazione di estrema destra, Casa Pound. A fasi alterne si sono segnalate cariche dei celerini, lanci di bombe carta, mentre dinanzi alla sede del ministero dell’Ecomomia i manifestanti si sono abbassati i pantaloni in segno di scherno. Tutto sommato c’é stata più tensione che scontri. Degli arrestati di ieri fanno parte: cinque manifestanti di Roma, uno di Pesaro, uno di origine albanese, uno di Sora in provincia di Frosinone, uno di Barletta, due di Napoli, uno di Caserta, uno di Arezzo e uno di Genova. Otto i feriti lievi tra le forze dell’ordine. Si tratta di carabinieri, finanzieri e poliziotti. Uno di questi è ricoverato al policlinico per un infarto. A conclusione, l’ultima polemica l’ha regalata il capo della segreteria del sindaco di Roma, Enzo Foschi, che su Facebook ha definito i giornalisti i veri black bloc, in quanto avrebbero ingigantito alcuni episodi. Terminato pacificamente il corteo anti austerity, si é preparata, sul modello spagnolo, la “acampada” a porta Pia.

Tanti dei settantamila presenti al corteo di sabato indossavano la maschera del protagonista del film V for vendetta, tratto dal fumetto omonimo di Alan Moore. La maschera é ispirata al rivoluzionario inglese, Guy Fawkes, che tentò assassinare il re e tutti i parlamentari facendo saltare in aria il parlamento con della dinamite. Una metafora della voglia di eliminare con le idee, l’indignazione e la partecipazione quel sistema di poteri forti, che é ritenuto il principale responsabile dell’attuale situazione in Italia.

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