Save the Children accanto alle mamme etiopi

Partorire aiutate da anziane levatrici, o addirittura auto-assistersi: era questa la routine nelle campagne di Busso, villaggio del Sud-Ovest dell’Etiopia. Qui le donne osservavano inermi la morte dei propri bambini, a causa di infezioni, malnutrizione e altri, infiniti, mali. Mani esperte, ad eseguire le procedure, non se ne erano mai viste.

Grazie a “Save the Children”, la più grande organizzazione internazionale indipendente, che opera per la salvaguardia della vita e dei diritti dei bambini nel mondo, la routine adesso è un’altra: i novantatrè centri sanitari aperti nel distretto di Konso, permettono agli abitanti di sottoporsi a visite mediche ed analisi e consentono alle gestanti di ricevere per la prima volta, in molti casi anche dopo più parti, le cure dovute alla loro condizione.

Dal 10% di assistenza per le madri etiopi, si è passati, grazie all’organizzazione, al 100% di assistenza. E le modalità, con cui questo obiettivo è stato realizzato, sono semplici ma allo stesso tempo geniali. Sono stati infatti istruiti 250 operatori, stipendiati dal governo, che si muovono per i villaggi a sostegno delle esigenze di chi ha bisogno. Pochi sono gli ospedali in zona e oltretutto difficilmente raggiungibili per la conformazione del territorio: si è pensato così di portare i soccorsi direttamente da loro.

Un’idea che ha salvato e continuerà a salvare milioni di vite. Perché è questo il miracolo in uno dei dieci paesi al mondo con tasso di mortalità neonatale più alto. Una visita medica è fortuna. Assistenza al parto è grazia divina.

Povertà, rete sanitaria insufficiente, territori impervi, totale assenza di visite per le gestanti: molti i problemi, che fanno ancora più onore non solo alle operazioni di sostegno medico, ma anche alle attività create a sostegno dell’educazione dei bambini.

L’idea si è trasformata, dunque, in azione, creando un modello replicabile ovunque. Un modello che con adeguati mezzi e tanta solidarietà, può diventare un’arma efficace contro la povertà e la conseguente esposizione dei più piccoli a pericoli di ogni sorta.

Una dedizione concreta, solida e rara, quella di questa Onlus, che rende gioia pura le “prime volte” di queste donne e bambini.

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