Il fai da te conquista gli italiani e gli artigiani lavorano meno

Il 51% degli italiani, quando risulta possibile, preferisce arrangiarsi piuttosto che chiamare uno specialista. Questo è ciò che risulta da un’indagine condotta dal centro studi CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa); una novità? No, semplicemente un’ulteriore dimostrazione del fatto che la crisi continua a mettere gli italiani nella condizione di rimboccarsi sempre di più le maniche. E se più della metà degli italiani fa affidamento alle proprie capacità, il 25% dell’altra metà si rivolge prima a un amico o un conoscente piuttosto che ad uno specialista.

Tutto questo non è però solo improntato a un ottica di risparmio: molti italiani, infatti, sono veri e propri amanti del “fai da te” per il semplice fatto che, qualora il lavoro venga svolto con successo, premia con un’ottima dose di soddisfazione. Così il “fai da te” risulta essere non più tanto un impegno, un lavoro, ma qualcosa di appagante e divertente, fino a diventare un vero e proprio hobby.

Ad incentivare gli italiani a fare tesoro delle proprie capacità sono soprattutto le grandi aziende del fai da te: Leroy Merlin, ad esempio, propone dei corsi gratuiti di fai da te che si svolgono in contemporanea in tutta Italia, un’iniziativa che invita a partecipare a una serie di corsi “per imparare a realizzare un bagno dalla A alla Z“. Questa edizione speciale 2013 è già iniziata nel corso di queste settimane e durerà fino a metà novembre.

Inoltre sono numerosissimi i tutorial che si possono trovare online, dove specialisti o addirittura altri utenti offrono spiegazioni passo per passo a chi si presta ad imparare. E attenzione, non sono solo gli uomini a voler diventare dei “tuttofare”: come sostiene Casa.it, infatti, il 29,9% delle donne dichiara di impegnarsi a fare praticamente tutto da sola.

Tuttavia, bisogna dire che sono ancora molte le persone che, sia per lo sforzo fisico che richiedono lavori di una certa entità, sia per l’esigenza di una maggiore esperienza, preferiscono affidarsi, giustamente, a un professionista. Però, nonostante ciò, tutta questa situazione non può far altro che andare a “danneggiare” coloro che praticano artigianato nel nostro paese. Situazione che potrebbe peggiorare se consideriamo che viviamo in una società che va sempre più alla ricerca di individui “flessibili”, persone in grado di sviluppare nuove capacità, di imparare continuamente cose nuove e diverse; una società che sembra andare contro l’ideale dell’artigiano, che impara a fare bene il suo lavoro e fa quello per tutta la vita.

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