Arrestato alla stazione di Viareggio un evaso in fuga verso la Francia

I viaggi in treno sono quelli più rilassanti, i più piacevoli. Hai la possibilità di goderti il paesaggio, di sbrigare qualche pratica, di leggere un libro o, semplicemente, parlare con i tuoi compagni di viaggio. Ma, a volte, capita, si materializza l’incubo di ogni viaggiatore abituale: l’imprevista e molesta presenza dello “scocciatore” di turno, tipo quelli che vogliono attaccare in ogni modo bottone o quelli che già in condizioni normali hanno un tono di voce che ricorda quello dei muezzin, che dai minareti modulano la voce per richiamare i fedeli alla preghiera. Figurarsi quando utilizzano il cellulare, il tono della voce viene aumentato in proporzione alla distanza geografica del proprio interlocutore. A questo genere di persone appartiene, C.C., un pluripregiudicato di 60 anni originario di Napoli.

Si trova sul treno, che deve portarlo a Viareggio, ma non dovrebbe essere lì, ma a casa sua, perché su di lui grava un provvedimento giudiziario che lo ha destinato agli arresti domiciliari. Tuttavia, il nostro uomo, dopo anni trascorsi nelle patrie galere, si sente un leone in gabbia, ha voglia di viaggiare, di godersi libertinamente gli ultimi anni della sua vita. Così prende il treno, destinazione Francia. Ma prima, ha un desiderio: rivedere un suo amico che vive a Viareggio, un posto di cui, peraltro, conserva dei ricordi di gioventù meravigliosi, perché da giovane é stato costretto, sempre da un provvedimento giudiziario, a risiedere lì.

Il viaggio da Napoli non é così lungo, ma più passano i minuti più é impaziente. Chiama spesso al suo amico in Versilia e ad ogni telefonata é sempre meno prudente, anzi, in alcuni casi urla proprio. Per sua sfortuna non sa che la ragazza davanti, che finge di starsene in disparte, di leggere un libro, di parlare con l’amica, lo sta ascoltando ed ha capito tutto del suo piano di fuga verso la Francia. Quando ritiene di aver ascoltato abbastanza e di essere sufficientemente sicura di quanto sta accadendo, anche lei fa una telefonata ad un amico a Viareggio, che, però, di mestiete fa il carabiniere e che subito si mette in contatto con la centrale operativa.

Una brutta sorpresa per il nostro fuggitivo, che alla stazione di piazza Dante, anziché trovare l’amico, trova i carabinieri ad attenderlo, che, dopo un rapido controllo in banca dati, accertano in effetti che sull’uomo grava un provvedimento di restrizione per reati contro il patrimonio, per cui sarebbe dovuto essere a Napoli in regime di detenzione domiciliare. Dopo una notte trascorsa presso le camere di sicurezza del comando compagnia, a seguito dell’udienza di convalida presso il Tribunale di Lucca, verrà tradotto presso la locale casa circondariale, per il processo che si terrà i primi di dicembre.

Alla ragazza che ha fatto la segnalazione, va tutta la nostra stima per il senso civico e il coraggio dimostrato, mentre al protagonista negativo di questa vicenda ricordiamo che una telefonata negli spot allunga la vita, ma, nella realtà, a chi ha commesso o sta commettendo un reato allunga la pena.

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