Scandalo Prism: gli Usa intercettavano la Merkel

Non era certo facile fare arrabbiare così la Merkel, probabilmente la donna dalle reazioni più misurate del mondo, eppure gli Usa ci sono riusciti. Lo scandalo Prism si allarga e coinvolge i vertici della politica mondiale. Gli Usa controllavano il cellulare personale della cancelliera tedesca, insieme ad altri 35 numeri personali di leaders mondiali, questo è ciò che risulta dall´analisi di un nuovo documento portato alla luce da Edward Snowden. La Germania ha reagito prontamente a tale rivelazione, Steffen Seibert, portavoce ufficiale della Merkel, in un comunicato di fuoco ha definito “inaccettabile” tale scoperta, esigendo “spiegazioni immediate”.

Quindi è ufficiale: tutte le telefonate della lady di ferro tedesca venivano monitorate dalle agenzie di sicurezza americane tra cui la famigerata Nsa, che seguiva e annotava scrupolosamente anche conversazioni private e giudizi personali. Il primo a dare la notizia è stato il quotidiano tedesco Der Spiegel. I rapporti, ora, tra Usa e Germania tornano tesi come non lo erano almeno dal Dopoguerra. Ieri la Merkel ha telefonato direttamente ad un Barack Obama imbarazzato e non soddisfacente nelle sue spiegazioni, tanto che il comunicato ufficiale successivo alla telefonata parla di una gravissima rottura dei rapporti diplomatici e “strappo della fiducia bilaterale”. Il presidente del Parlamento europeo Martin Shultz, intervenendo da Bruxelles, ha addirittura suggerito l´interruzione dei negoziati.

Insomma lo scandalo Prism (l´insieme delle misure di sicurezza e prevenzione dei pericoli adottate subito dopo l´11 settembre) non accenna a rientrare, anzi, continua ad allargarsi ed il risultato di questo è un´America senza dubbio estremamente indebolita sul piano del profilo internazionale. Anche perché, vale la pena sottolinearlo, i giornali tedeschi commentano la vicenda con un tono potremmo dire disilluso, l´atteggiamento generale sembra quasi voler dire che, dietro la facciata di sdegno istituzionale e di richiesta di scuse immediate, un pò “ce lo si aspettava” e che tale notizia non sorprende come avrebbe fatto in altre circostanze, e questo nuoce ancor più al profilo internazionale americano, soprattutto in una fase cosí delicata della sua economia.

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