Helen Mirren torna a interpretare Elisabetta II in ‘The Audience’

Peter Morgan, già sceneggiatore di film complessi come The Queen e Frost/Nixon e alle prese con il biopic di Freddie Mercury, torna questa volta a teatro sul personaggio di Elisabetta II d’Inghilterra. Si tratta di The Audience, produzione del National Theatre di Londra, che ha letteralmente sbancato il botteghino con un’unica messa in onda nelle sale cinematografiche britanniche.

Il 29 ottobre arriva in lingua originale sottotitolato in italiano, con un solo appuntamento, in novanta sale italiane grazie alla collaborazione di NexoDigital e Mymovies.it, i quali portano la stagione teatrale del National Theatre al cinema.

A vestire i panni della regina di Inghilterra torna il premio Oscar, per lo stesso ruolo inThe Queen, Helen Mirren alla quale l’interpretazione in The Audience ha portato un Olivier Award, il maggior riconoscimento teatrale inglese. Sotto la regia di Stephen Daldry, noto per l’indimenticabile Billy Elliott, la pièce teatrale si incentra su quell’udienza settimanale che da sessant’anni Elisabetta intrattiene con i suoi Primi Ministri, dodici finora per l’esattezza.

La durata dello spettacolo è imponente, 2 ore e 50 minuti, ma la leggerezza della scrittura, anche trattando temi gravosi, non dà la possibilità allo spettatore di accorgersi del tempo trascorso. Il primo atto si svolge esclusivamente nella sala delle udienze di Buckingham Palace, con due sole poltrone gialle a riempire la scena. Gli episodi narrati fanno salti temporali; si passa dalla giovane regina appena incoronata al suo primo incontro con Winston Churchill all’anziana sovrana che si addormenta ascoltando i pomposi racconti dei viaggi europei di David Cameron. E a dir poco spettacolare è che tutti questi cambi accadono sul palco, in un momento grazie a un abito e una parrucca svaniscono sessant’anni.

Il secondo atto si sposta inizialmente nella residenza di Balmoral, nella quale ogni agosto il Primo Ministro è invitato a trascorrere un week end in compagnia dei reali per un divertente episodio con Harold Wilson. Memorabile nella seconda parte dello spettacolo l’udienza della sovrana con l’unico Primo Ministro donna, la “lady di ferro” Margaret Thatcher che si scopre coetanea della regina.

Uno spettacolo brillante, ricco di humour britannico ma anche molto profondo riguardo il significato intimo dell’essere regina, del suo ruolo nello Stato, nella famiglia, perfino nel matrimonio. Eccezionali i momenti dove a parlare è Elisabetta giovane fanciulla, irrequieta e ribelle che presto si rende conto del peso che dovrà sostenere per tutta la sua esistenza; l’essere regina non è un lavoro, è ciò che lei è. D’eccezionale effetto la riflessione con cui si chiude lo spettacolo: “Se volete sapere come si è salvata la monarchia in questo paese, non guardate la sovrana, guardate i primi ministri.” Conservatori o laburisti, perfino i più progressisti, nessuno è rimasto immune al fascino della sovrana e, anche nei momenti meno fortunati per la famiglia reale, si sono impegnati a difendere una istituzione secolare.

Unica mancanza, sicuramente voluta, quella di Tony Blair, spesso citato e un po’ preso in giro dalla sovrana, probabilmente in quanto il loro rapporto era già stato approfondito in The Queen.

Il trailer dello spettacolo.
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