Iniziata ieri a Tripoli la prima fase del progetto di addestramento delle nuove forze armate di sicurezza libiche da parte dei militari italiani.
Il nostro paese è il primo a tener fede agli accordi presi durante il G8 di Lough Erne (Irlanda) dello scorso giugno, dove è stato deciso che saranno 10.000 all’anno i militari addestrati per ricostituire le forze di sicurezza libiche. Oltre ai 2.000 di cui si occuperà il nostro contingente, altri 2.000 saranno addestrati dalla Gran Bretagna e 6.000 dagli Stati Uniti. Alla Francia l’addestramento delle forze di polizia.
Ad occuparsi dell’addestramento un gruppo di 15 militari dell’Esercito italiano, in coordinamento con le autorità locali. Il personale italiano – vittima di una rapina lo scorso agosto – appartiene alla Missione italiana in Libia (Mil), parte dell’operazione Cirene necessaria ad organizzare, condurre e coordinare le attività addestrative, di assistenza e consulenza nel settore della Difesa a favore del governo libico.
Il programma di addestramento, che rientra nell’ambito della Cooperazione bilaterale italo-libica regolata dall’accordo firmato a Roma nel maggio 2012, è stato richiesto ed interamente finanziato dal governo di Tripoli, accusato di scarsa trasparenza e di aver affidato ruoli chiave ad ex appartenenti al regime di Gheddafi.
Il Fezzan ha infatti dichiarato unilateralmente la propria autonomia in risposta alla “debolezza del Congresso generale nazionale e della mancanza di risposte alle richieste del popolo libico del Fezzan”, come riferisce Al Arabiya. Nouri Mohammad al-Qouizi è stato nominato presidente della provincia, mentre i leader tribali hanno fatto sapere che a breve sceglieranno i vertici militari regionali.
Una decisione – quella dell’indipendenza unilaterale – che segue di pochi mesi quanto fatto dalla Cirenaica, dichiaratasi autonoma da Tripoli il primo giugno sotto la guida di Ahmed al-Zoubair al-Senoussi, cugino di quel re Idris deposto dal colpo di stato di Gheddafi del 1969. Proprio quest’ultima rappresenta uno dei pilastri su cui fondare la nuova Libia: è in questa regione infatti che si trovano i giacimenti petroliferi del paese, in mano all'”enigmatico” Ibrahim al-Jathran, accusato di essere un signore della guerra alleato con le milizie jihadiste di Al-Quaeda, presente nella Cirenaica Orientale con circa 200 miliziani.
Dalle nuove forze di sicurezza nazionali passa dunque tutta la storia dell’immediato futuro della Libia. E dell’intero Mediterraneo, come evidenziato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, in un recente incontro con il suo omologo libico, Generale Abdulsalam Jadallah Alsalhin Alobaidi.





