Luca Toni, ‘araba fenice’ del calcio italiano

Se un calciatore che ha passato da un po’ di tempo i trent’anni, dopo una carriera prestigiosa e un paio di stagioni poco gratificanti, decide di accettare la corte di un club di un campionato poco competitivo, probabilmente è conscio di aver dato già il meglio di sé. O forse il fatto di non sentire più la fiducia degli altri lo spinge a cercare denaro facile con uno sforzo limitato. Questa è una descrizione che può essere associata alla carriera di Luca Toni fino a metà del 2012. A gennaio di quell’anno il bomber emiliano decise di accettare l’offerta dell’Al Nasr, club di Dubai, e di “svernare” in un posto dove il calcio è ancora ai primordi. Ma il ritorno alla Fiorentina dello scorso anno prima e l’inizio di questa stagione con il Verona hanno restituito al calcio italiano un attaccante di prima fascia.

I due anni precedenti al ritorno in viola, trascorsi nelle fila di Roma, Genoa e Juventus, erano stati davvero avari di soddisfazioni per un giocatore diventato idolo con la vittoria di un mondiale e la conquista di una scarpa d’oro ai tempi della militanza nel Bayern Monaco. Chi non ricorda il ritornello “Luca Toni sei per me, numero 1!” cantato da Matze Knopp nel periodo in cui l’attaccante modenese indossava la casacca dei bavaresi?

La canzone pop consacra spesso i fenomeni di costume (anche nello sport), e in questo caso era la conferma definitiva definitiva di come Toni fosse diventato davvero un’icona del calcio italiano. I suoi goal (57 in 82 partite) avevano contribuito alle vittorie in campionato e in coppa di Germania nel 2008, e il 2009 era iniziato sulla stessa falsariga. Poi, sul più bello, un evento spiacevole sparigliò le carte in tavola: l’infortunio al tendine d’achille gli fece saltare il resto della stagione, e quando era pronto per rientrare il neo tecnico Van Gaal lo ostracizzò in tutti i modi, facendolo giocare con la squadra riserve per diversi mesi. Da quel momento iniziò il pellegrinaggio tra le fila delle squadre italiane citate precedentemente.

Ma a volte basta una scintilla, la giusta situazione, ed ecco che qualcosa dentro si risveglia. Nel caso di Toni è stata la chiamata della Fiorentina, club in cui anni prima si era affermato, a ridestare l’orgoglio del campione, sopito dopo troppe stagioni in ombra. Anche senza giocare da titolare, ogni qual volta mister Montella lo ha schierato lui ha risposto presente, segnando anche goal spettacolari come quello contro la Lazio.

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Quest’anno passa tra le fila del neopromosso Verona di Mandorlini e già dalla prima partita, contro il Milan di Allegri e Balotelli, segna una strepitosa doppietta davanti al pubblico di casa.

Ma è solo l’inizio, perchè anche nelle partite successive Luca si conferma riferimento offensivo imprescindibile per le talentuose ali scaligere e segna altri due goal, oltre a fornire ben 3 assist, che lo portano in cima alle classifica dei giocatori più decisivi di questo inizio di campionato. Ora si parla anche di una possibile convocazione in nazionale, e se continuerà così nessuno potrà stupirsi di un suo ritorno in maglia azzurra: come l’araba fenice, Toni è risorto dalle proprie ceneri, ed è pronto a dimostrare a tutti gli scettici che un attaccante, a 36 anni, può essere ancora sulla cresta dell’onda.

Foto: sole24ore.it

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