Serie A 11.a giornata: disastro Milan, Napoli ok

Al nord si festeggia la conquista di un tempio sacro del calcio, al sud invece ci sono solo vittime e gli eroi di casa non fanno sconti a nessuno. Milan-Fiorentina e Napoli-Catania sono state partite belle da vedere, hanno dato risposte importanti ma soprattutto chiare. A San Siro i rossoneri proseguono il loro momentaccio, poveri di iniziative, senza gioco e sconfitti mestamente da una solida e cinica Fiorentina che sbanca 2-0 grazie ai gol di Vargas e Borja Valero. Al San Paolo invece dominio in lungo ed in largo del Napoli che costringe il Catania nella propria metà campo vincendo paradossalmente solo 2-1 grazie ai supergol di Callejon ed Hamsik nella prima parte di gioco (di Castro il gol del Catania).

Due partite che sanciscono un Milan spaventosamente dietro a tutte le big e consacrano Napoli tra le grandi del campionato. A Milano il vantaggio firmato Vargas arriva da una deviazione su calcio di punizione a conferma che nei momenti difficili ci si mettono anche gli episodi. Ma anche in questo gol emerge la poca concentrazione dei rossoneri che in barriera si sfilacciano spiazzando Gabriel tra i pali. Stavolta non c’è il singolo reparto ad essere sul banco degli imputati ma un’intera squadra, svuotata soprattutto dopo il 2-0 e priva di una reazione, nemmeno istintiva. Balotelli da solo non basta anche perchè mentalmente non appare pronto a trascinarsi una squadra intera, Kakà fa quel che può ma non è più quello di una volta e per il resto ci sono tanti buoni giocatori che non hanno nulla a che vedere con la storia del Milan.

In mezzo a tanto buio, qualche iniziativa di Kakà e le solite bizze di Balotelli, esce fuori la Fiorentina che oltre al solito palleggio mostra anche quella solidità mentale che tanto chiedeva Montella. Vincere in queste condizioni è solo l’ennesima dimostrazione di carattere di questa squadra che sta continuando a combattere contro le assenze con grinta e qualità. Se tra i rossoneri manca tutto al San Paolo invece si cerca solo la ciliegina sulla torta. Gli azzurri vincono 2-1 una partita più che piacevole mettendo alla prova l’istinto di Andujar tra i pali, vero protagonista della partita.

Contro un Catania più che incerottato sembra tutto fin troppo facile anche perchè dopo un quarto d’ora arriva la prodezza di sinistro del solito Callejon seguito più tardi da una sassata di Hamsik. Sul 2-0 sembra già tutto finito ma i siciliani tirano fuori l’orgoglio ed accorciano le distanze con Castro al termine di una bella azione nata da un colpo di tacco di Maxi Lopez. La rete del numero diciannove degli ospiti però è solo una meteora in mezzo ad un dominio totale dei partenopei che salgono con ritmo ed intensità. Tutto figlio delle accelerazioni di Insigne, davvero una spina nel fianco sulla sinistra. Il Napoli attacca ed entusiasma ma si sbilancia troppo lasciando spazio alle risposte di nervi del Catania che non molla fino alla fine.

Sono infinite le occasioni pericolose degli azzurri ma tra la poca precisione sotto porta e gli interventi di Andujar la palla non vuole entrare. Alla fine i tre punti restano saldi nelle mani di Benitez anche se questa squadra ha ancora bisogno di qualcosa. Palla al piede fa paura ad ogni accelerazione anche perchè quest’anno il turn over è un’arma vincente ma Berhami è il solo a fare filtro e quando la palla non entra la squadra azzurra mostra troppo il fianco alle avanzate avversarie. Il Catania questa sera ha perdonato, la Juventus non è detto che lo farà.

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