Lelio Luttazzi: una mostra ricorda i 50 anni della sua carriera

È stata presentata ieri in conferenza la stampa Lelioswing: la mostra dedicata a Lelio Luttazzi, l’eclettico artista (musicista, attore, regista, scrittore) scomparso nel 2010, sarà ospitata per la sua prima tappa dai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali a Roma dal 7 novembre al 2 febbraio. L’evento è organizzato dalla Fondazione Lelio Luttazzi e da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina e vi hanno collaborato personalità importanti come Pupi Avati che si è occupato della supervisione artistica, Piera De Tassis, direttore di Ciak, Enrico Vaime e Leonardo Scarpa che ha curato le scenografie.

“50 anni di storia italiana” è il sottotitolo della mostra, perché nelle sue otto sale e attraverso le sue sette sezioni ripercorre mezzo secolo della storia del nostro Paese attraverso uno dei suoi più illustri ed eclettici protagonisti. Lelio Luttazzi, infatti, non è stato solo un grande della musica italiana, punto centrale della sua attività e della sua vita, ma è intervenuto, lasciando il segno, nei più diversi campi della cultura, come il cinema, la radio, la televisione e la letteratura, accompagnando il suo nome a quello dei grandi artisti come Mina, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Ella Fitzgerald, Cole Porter, Walter Chiari.

Le prime sale sono dedicate alle tappe della vita e della carriera di Luttazzi, dalla sua Trieste, avvolta in un’atmosfera anni Trenta, poi passando per Milano e Torino, dove l’esposizione celebra gli esordi e i successi di Luttazzi, sino a Roma dove troneggia un grande pannello che riproduce la copertina del famosissimo 45giri La zebra a pois.

Fotografie e ritagli di giornale riportano gli avvenimenti più importanti della cronaca italiana ed internazionale in concomitanza con la vita e la carriera del maestro, dagli anni ’30 ai ’70 ed oggetti d’epoca accompagnano lo spettatore attraverso i decenni. Un pianoforte verticale di inizio Novecento affascina il visitatore, mentre gli anni ’40 sono rappresentati da un microfono radiofonico, poi il televisore “Geloso” degli anni ’50/’60 e addirittura un salottino “d’epoca”, con tanto di televisore di quegli anni dove si possono ammirare le migliori performances di Lelio Luttazzi, poi dischi e foto originali, il tutto accompagnato dalla sua meravigliosa musica: dallo swing al jazz.

Una sezione della mostra, curata da Piera Detassis, è dedicata al rapporto tra Luttazzi e il cinema, meno conosciuto, ma non meno intenso. Una sala con le pareti completamente ricoperte di locandine dei film ai quali il musicista triestino ha partecipato come attore o curandone le musiche. Il cinema “all’italiana” è ben rappresentato in questa sala, dove dalle pareti spuntano i volti di Monica Vitti o di Totò e dei grandi attori del secolo scorso.

Significativo è che Luttazzi abbia scelto proprio il cinema, diventando regista, per raccontare la sua esperienza più dolorosa che lo ha allontanato dalle scene per poi ricominciare, frattura e rinascita della sua vita e della sua carriera: l’errore giudiziario che lo portò a scontare ventisette giorni di detenzione. Da questo episodio sono nati il film L’illazione rimasto inedito sino al 2011 e il libro Operazione Montecristo.

Una sala da non perdere è Play Lelio Swing uno spazio multimediale dove grazie ad un’ installazione interattiva lo spettatore ha la possibilità di “suonare” la musica di Luttazzi simulando il gesto di suonare un pianoforte i cui tasti sono proiettati su uno schermo di fronte a lui.

Il filo conduttore della mostra più che la musica è la memoria, come hanno affermato durante la conferenza stampa Rossana Luttazzi, moglie di Lelio, e Pippo Baudo, testimonial della Fondazione Luttazzi e grande amico del “Maestro” che nel ricordarlo ha parlato della sua musica, della sua difficile vicenda giudiziaria e della sua eleganza – “Un portatore sano di smoking”, così lo definisce Enrico Vaime – simbolo di un Italia ormai sparita.

Consigliata non solo a chi ama Lelio Luttazzi, ma ai nostalgici degli anni ’60, agli amanti della musica – dal jazz allo swing alle canzonette – agli esperti di cinema, Lelioswing è un tuffo nel passato per chi quegli anni li ha vissuti e un originale modo per i più giovani, di non dimenticare le proprie radici.

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