Piovaccari: il bomber emigrato alla conquista dell’Europa

In tutte le fiabe che si rispettino, gli eroi sono spesso uomini alla ricerca della loro strada nel mondo, che dopo l’iniziale fallimento e l’incapacità di affermarsi, lottano con orgoglio e caparbietà raggiungendo alla fine l’emancipazione. La storia di Federico Piovaccari si avvicina tanto a quella di una fiaba: da attaccante poco apprezzato del nostro calcio a protagonista in Champions League con la maglia della Steaua Bucarest, che in estate ha creduto in lui acquistandolo dalla Sampdoria.

Prima i tre gol in sei partite nei preliminari che hanno regalato alla squadra rumena l’urna di Nyon, poi la rete di ieri sera sul campo del Basilea, per il momentaneo vantaggio degli uomini di Reghecampf. E poco importa se al 91′ l’ivoriano Sio in spaccata ha tolto la gioia della vittoria esterna e forse le ultime speranze di qualificazione ai rossoblu di Bucarest, l’attaccante di Gallarate ricorderà a lungo questo giorno. Minuto 17: Szukala controlla la palla, alza la testa e trova Piovaccari, che dopo essersi infilato fra i due difensori centrali svizzeri, segna sotto la traversa, battendo il numero uno elvetico. Rumeni avanti grazie al loro numero 25 e St. Jakob-Park ammutolito.

Chissà se in quel momento l’ex bomber della Primavera dell’Inter si sarà guardato soltanto per un attimo alle spalle, ripercorrendo con la mente la sua carriera, con le esperienze in serie C, le 23 reti in B col Cittadella, i continui cambi di casacca, fino all’illusione della Serie A quest’estate, quando tornato alla Samp dopo l’avventura a Grossetto, i blucerchiati hanno deciso di cederlo alla squadra che vinse la Coppa dei Campioni nel 1986 e ne perse un’altra in finale nel 1989 contro il fantastico Milan di Sacchi e Van Basten.

Il pifferaio, per via dell’esultanza che lo caratterizza dopo ogni gol, nata guardando i cartoni animati con il figlio, sta vivendo a quasi trent’anni fuori dal suo paese un sogno ad occhi aperti. Un destino toccato a tanti ragazzi della sua età, costretti a lasciare l’Italia per trovare fortuna oltre confine. Soltanto qualche mese fa si trovava a guardare alla tv, gli stadi, le squadre e i calciatori con i quali ora condivide lo stesso campo da gioco. Soltanto qualche mese fa, la sua carriera era destinata ad essere ricordata come quella di un attaccante promettente come tanti altri non arrivata a compimento. Ma un eroe, si sa, diventa tale quando va incontro al proprio destino e ne diventa l’artefice. Proprio come Federico Piovaccari, il Pifferaio Magico alla conquista dell’Europa.

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