Morti per amianto all’Olivetti: indagati De Benedetti e Passera

Venti morti sospette a causa dell’amianto presente negli stabilimenti Olivetti. Su questo la Procura di Ivrea ha deciso di aprire un’indagine, che riguarda anche l’ex presidente Carlo De Benedetti e l’ex amministratore delegato Corrado Passera. Gravissimi i reati ipotizzati: omicidio colposo e lesioni colpose plurime.

Le indagini sono concentrate sui decessi di una ventina di lavoratori, avvenuti dopo la pensione, tra il 2008 e i primi mesi di quest’anno, che tra la fine degli anni settanta e ottanta avevano lavorato in reparti contaminati da fibre di amianto. Per tutti la stessa diagnosi: mesotelioma pleurico, una neoplasia che origina dal mesotelio, lo strato di cellule che riveste le cavità sierose del corpo, come la pleura. La quasi totalità dei casi attualmente rilevati del tumore si riferisce a mesotelioma pleurico, ed è correlata all’esposizione alle fibre aerodisperse dell’amianto, con una latenza temporale particolarmente elevata (15-45 anni) e un decorso di 1-2 anni.

Il portavoce di De Benedetti, riguardo all’inchiesta, ha preteso rispetto per le vittime e per le famiglie e si è detto sicuro che l’inchiesta accerterà l’estraneità dell’ingegnere in questa vicenda. Ha inoltre spiegato che la realizzazione delle strutture oggetto di indagine precede infatti di diversi anni l’inizio della sua gestione alla Olivetti e che nel periodo della permanenza dell’ingegnere in azienda, inoltre, l’Olivetti ha sempre prestato attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle normative e alla conoscenze scientifiche dell’epoca.

Non dello stesso avviso i giudici della Corte di Appello di Torino, per i quali sarebbero stati violati i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro nello stabilimento della Olivetti di San Bernardo, a Ivrea (Torino). Così si legge nelle motivazioni della condanna di un dirigente nel processo del novembre 2012, che ha innescato l’inchiesta che ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati anche Carlo De Benedetti. La sentenza in questione riguarda Ottorino Beltrami, all’epoca dei fatti amministratore delegato di Olivetti spa, al quale sono stati inflitti, in appello, sei mesi di carcere per omicidio colposo in relazione alla morte di una lavoratrice dipendente.

Il 4 dicembre la Cassazione deve pronunciarsi sul ricorso presentato dal suo legale, ma nelle scorse settimane Beltrami, all’età di 96 anni, è deceduto. L’ex amministratore delegato di Olivetti era stato chiamato in causa per la storia di Lucia Delaurenti, esposta a un tipo di amianto chiamato tremolite, ammalatasi nel 2002 e morta a Ivrea nel 2005. Durante il processo è emerso che veniva ordinato ai dipendenti di fare lastre periodiche ai polmoni, ma senza spiegare perché. Per la Corte di Appello di Torino i dirigenti sapevano il pericolo che correvano gli operai, ma non hanno provveduto a mettere in sicurezza l’impianto.

Una vicenda che ripropone il contrasto tra rispetto della vita umana e profitto, già emerso prepotentemente nel processo Eternit di Casale Monferrato, e che rischia di offuscare l’immagine di alcuni dirigenti, un tempo considerati pionieri della tecnologia.

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