Emergenza in Siria: ora è allarme poliomielite

In Siria torna la poliomielite. Questa la notizia data dall’Unicef e dal suo presidente Anthony Lake che ha subito voluto incontrare il premier siriano Wael Al Halqi proprio per discutere delle condizioni dei minori e soprattutto per arrivare a una risposta sanitaria immediata: “Vaccinare i bambini di per sé non ha connotazioni politiche, né alcuna connessione con considerazioni militari. […] raggiungere ogni bambino siriano con vaccini contro la polio e altre malattie non è più soltanto una priorità cruciale per la Siria, ma per il mondo intero.” ha dichiarato Lake.

Le difficoltà che devono essere affronate rigaurdano nello specifico il raggiungimento di zone impervie e periferiche dove molti bambini vivono in condizioni estreme e dove finora è stato molto difficoltoso arrivare. Ma l’emergenza dei primi casi di polio non lascia alternative e sono necessarie vaccinazioni a tappeto. I numeri sono davvero impressionanti: l’Unicef e l’associazione Mezzaluna Rossa, si erano impegnati a raggiungere e vaccinare cinquecentomila bambini ancora scoperti. Dopo però le ultime conferme, il progetto iniziale è destinato ad estendersi: se infatti si prevedeva di raggiungere anche sei milioni di bambini anche nei sei Paesi confinanti, ora l’azione allarga il suo raggio e così partiranno circa cinquanta milioni di dosi, parte delle quali verranno “stornate”, con una previsione di venti milioni di vaccinati.

Finora la maggior sostenitrice delle campagne sanitarie dell’Unicef in Siria è stata l’Unione Europea arrivando a vaccinare un milione di bambini contro morbillo, parotite, rosolia e polio.

Dall’inizio del conflitto due milioni di bambini hanno dovuto abbandonare le loro case, si calcola poi un milione di minorenni fra rifugiati e in attesa di identificazione, con numeri che in meno di un anno si sono vertiginosamente duplicati. Nel contempo l’Unicef, con i suoi partner, si impegna a raggiungere cinquantamila bambini nei prossimi tre mesi con un programma nutrizionale in alcune delle aree più colpite dal conflitto, in cui nel giro di due anni la malnutrizione è aumentata in modo esponenziale. É atterrato in questi giorni a Beirut un cargo contenente non solo vaccini ma alimenti terapeutici complementari come le barrette di cereali solubili arricchite di sostanze altamente nutritive, per i bambini tra i sei e i ventitré mesi.

L’Oms e l’Unicef sono allertati e pronti a intervenire. In Europa inizia a diffondersi l’attenzione per quel che riguarda la prevenzione di epidemie. L’Italia ha uno scudo che raggiunge il novantacinque per cento della popolazione vaccinata e questo significa avere una sicurezza notevole come ha fatto sapere Carlo Signorelli, vicepresidente della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva.

[fonte dati: Unicef]

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