Il Museo Egizio di Torino parla la lingua dei segni con i Google Glass

Le mani parlano e gli occhi ascoltano. E un paio di strani occhiali racconta l’incredibile passo avanti che la tecnologia ha fatto insieme alla cultura per abbattere le barriere della disabilità. Da oggi i non udenti, che preferiscono essere chiamati sordi senza troppe remore, saranno accompagnati alla scoperta dei faraoni dell’Antico Egitto nel Museo Egizio di Torino con una guida molto speciale: GoogleGlass4Lis, la prima applicazione a livello mondiale dedicata ai Google Glass.

Il Cicerone virtuale, in fase di sperimentazione al museo torinese, tradurrà automaticamente la lingua naturale delle audioguide museali in Lis, la lingua italiana dei segni, grazie all’avatar che compare nel rettangolo trasparente degli occhiali smart e comunica senza disturbare troppo il campo visivo.

L’androide comunicante è frutto di una collaborazione molto ampia: Google ha lanciato l’idea e l’azienda italo-statunitense Rokivo è riuscita a svilupparla in sinergia con Vidiemme Consulting, altra impresa anch’essa impegnata nel digital design, e l’Ente Nazionale Sordi.

Il lavoro di ricerca coordinato dal professor Paolo Prinetto del Politecnico di Torino, con il supporto dell’Università di Torino e del dottor Carlo Geraci, ricercatore dell’Institut Jean-Nicod di Parigi, ha dato vita ad Atlas (Automatic Translation into Sign Language), la base di partenza per un numero di nuovi prodigi potenzialmente infinito: dai dispositivi individuali (smartphone, computer, televisione) a quelli collettivi come Liss4All, che consentirà di tradurre gli annunci vocali negli spazi pubblici, già in fase di sperimentazione nella stazione di Torino Porta Nuova, dove Atlas, in ottica Smart City, sta sviluppando la traduzione in Lis di arrivi, ritardi e partenze dei treni annunciati all’altoparlante.

Attualmente la prova viene effettuata su uno dei monumenti simbolo dell’antica civiltà egizia, la statua del Re Ramesse II, per poi coprire, nei prossimi mesi, l’intero itinerario della mostra del Museo, che sarà oggetto di importanti lavori di ristrutturazione che ne aumenteranno gli spazi e modificheranno l’allestimento.

Questo è solamente il punto di partenza per ottenere informazioni utili a perfezionare il software in tutte le sue applicazioni. La sperimentazione degli occhiali hi-tech nel museo del capoluogo piemontese fa parte del progetto a respiro molto ampio Google Glass Explorer Project, in procinto di agevolare la visione di contenuti televisivi, digitali e di intrattenimento alle persone sorde.

Le ambizioni di Rokivo e Vidiemme non si esauriscono al superamento delle disabilità uditive. Sono infatti convinti che i Google Glass avranno un impatto non secondario nelle città definite Smart, intelligenti perché in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, conciliando le loro esigenze e quelle di imprese e istituzioni con un’attenzione particolare rivolta alla comunicazione, alla mobilità, all’ambiente e all’efficienza energetica. Piste ciclabili, percorsi disabilità e altre iniziative rivolte all’ecosostenibilità dello sviluppo urbano potranno beneficiare delle nuove tecnologie per perfezionarsi e svilupparsi in modo concreto ed efficiente.

È una storia di intelligenze che superano i confini quella che la città di Torino sta scrivendo. È una storia di progetti innovativi che pensano al domani per offrire a tutti i visitatori la possibilità di godere in maniera completa della più importante collezione di reperti di alto valore storico-artistico, seconda solamente a quella presente a Il Cairo.

Torino è sempre più Smart City con uno sguardo avanguardistico capace di fondere passato e futuro in un presente che ricerca nella tecnologia la chiave per superare i propri limiti.

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