Stop al cake-design, le torte classiche tornano in auge

Fiorellini e zuccherini rosa, pesciolini blu e improponibili decorazioni hanno preso il posto delle nostre classiche e amate torte. Il cake-design è l’ultima tendenza in campo gastronomico che si sta diffondendo a macchia d’olio e soprattutto che sta facendo cambiare la prospettiva comune sui dolci: sono sparite le adorate pasticcerie, e con loro sono andate perse ricette, ingredienti e farciture. In pratica sono sparite le torte!

Nelle vetrine dei negozi di dolciumi al posto dei bignè strabordanti di crema sono comparsi dolci colorati, quasi fluorescenti, decorati allo sfinimento, elaboratissimi come solo il Rococò o il Barocco del ‘600 hanno saputo fare. Si tratta di forma esaltata all’ultima potenza ed elevata a materia artistica, niente più ciuffi enormi di panna che ci tentavano e ci facevano l’acquolina in bocca, niente più meringhe, vero cioccolato, creme, pasta choux e pate à bombe, assassinati tutti insieme in un solo colpo.

“Io odio il cake-design, lo odio non per un motivo in particolare, intendiamoci, bensì per un’infinità di motivi”. L’urlo di disperazione di Andrea Vigna, nel “Manifesto contro il cake-design” fa riferimento al fatto che il gusto è passato in secondo piano, mentre contemporaneamente il business ha preso il sopravvento. Gli arnesi da decoro che in poco tempo hanno invaso negozi e botteghe (attrezzi che starebbero più a loro agio nell’atelier di uno scultore che in quello di un pasticciere), i bastoncini per fare rifiniture di fragole animate o che altro, formine e alzatine, libri illustrati, riviste in edicola, a corsi e tentativi imprenditoriali, hanno preso il posto dell’arte sacra della pasticceria, e quello che c’è dentro la torta ormai sembra di poca importanza.

Niente più Saint Honorè, niente più meringata, niente più tiramisù, niente più Monte Bianco; se la torta non ha la forma e i colori di Nemo il pesce pagliaccio, di un campo da calcio o di una borsa Di Louis Vuitton non piace e non è voluta.
Tradizionale è diventato sinonimo di banale, anziché di genuino.
Il decoro che prima veniva elegantemente posto sulla torta per raccontare un evento ora è diventato la torta stessa: pan di Spagna a quantità infinite e crema al burro per tirare tutto liscio, cioccolato plastico e tappeti di pasta di zucchero nascondono il nulla, la torta è diventata un piedistallo e il fatto che sia stata fatta per essere mangiata sembra passato proprio in secondo piano.

Ormai questa moda molto pacchiana è il boom del momento, ma c’è qualcuno che sta andando contro corrente, che capisce che non tutto quello che è bello è buono e che implora un ritorno al passato, per ripartire dalle basi, ritornando all’eleganza, alla sostanza, all’importanza del dolce, che deve essere soprattutto buono, genuino, autentico. Questa è la lezione della stilista Coco Chanel: “A volte è più difficile togliere che aggiungere, ma questa è eleganza”. Questo è anche gusto.

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