Bambini creati in laboratorio per evitare malattie genetiche

Bambini “perfetti” progettati in laboratorio. Un’azienda americana, la Genepeeks, ha annunciato di aver creato un sistema che, collegando i dati del Dna dei futuri genitori, permetterà di verificare il rischio di potenziali patologie su migliaia di “bimbi virtuali”. Sarà così possibile, per i futuri genitori che ricorrono alla fecondazione artificiale, scegliere lo spermatozoo di un donatore e determinare le caratteristiche genetiche del futuro bambino.

Lee Silver, genetista ed esperto di bioetica all’Università di Princeton spiega come funziona l’operazione. “Riceviamo la sequenza di Dna da due futuri genitori e simuliamo il processo di riproduzione, creando sperma virtuale e ovuli virtuali. Poi li mettiamo insieme per formare il genoma di un ipotetico bambino. A questo punto possiamo esaminare il genoma ipotetico e determinare il rischio che questo si traduca in un bambino con malattia. Stiamo cercando direttamente questo aspetto – sottolinea – e non lo stato di portatore sano. Per ogni coppia di persone che andremo ad analizzare, produciamo 10.000 bebè virtuali”.

La Genepeeks sottolinea nel video promozionale del servizio come questo miri a proteggere i bambini del futuro da circa 600 malattie pediatriche, digitalizzando i dati sul DNA del seme dei donatori intrecciati a quelli delle future mamme.

Naturalmente, molte altre aziende si occupano di ingegneria genetica. Come la 23 and me, che proprio pochi giorni fa pare aver presentato un brevetto per un servizio che permetterebbe ai futuri genitori non solo di sapere in anticipo delle probabilità che i figli siano affetti da malattie genetiche, ma addirittura di scegliere di che colore debbano avere i capelli o gli occhi.

Per il momento, gli sforzi scientifici di Genepeeks sono concentrati sulle patologie genetiche dove ad essere in gioco sono le variazioni di un singolo gene, ma in futuro mirano ad ampliare il loro raggio di azione anche a quelle patologia dove ad essere nel mirino sono più geni.

Non è difficile immaginare le perplessità sollevate da queste tecniche sulla fecondazione artificiale. Infatti il timore è che si stia andando incontro ad un mondo simile a quello raccontato da diversi film di fantascienza di “persone” progettate secondo criteri prestabiliti in qualche laboratorio. Già pensare di riuscire ad eliminare dalle vita i fattori di rischio e arrivare a controllare tutte le variabili in gioco può sembrare un’idea abbastanza irrealizzabile e improbabile.

Il fatto che una persona nuova, mai esistita e che non esisterà mai più dopo, nasca grazie al seme e all’ovulo dei genitori, non dovrebbe tradursi nel pensare che quella persona debba essere “a nostra immagine e somiglianza”? Forse la cosa più difficile ma anche la più bella dell’essere genitori, è la capacità di riconoscere il bambino come “altro”, come diverso rispetto a noi e quelle che sono le nostre aspettative e desideri. E aiutarlo a riconoscere e sviluppare la propria unicità.

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