Yelp si difende dalle accuse di manipolazione delle recensioni

Jeremy Stoppelman, il co-fondatore di Yelp, un social network nato nel 2004 che permette alle persone di scambiarsi pareri, opinioni e “dritte” sui posti migliori del luogo in cui abitano e di quelli in cui vanno per lavoro, viaggio o altri motivi, è di nuovo sulla difensiva. Questa volta è stato accusato dai proprietari di diversi locali e dai capi di diversi uffici, di manipolare le recensioni sulla piattaforma Yelp. Stoppelman ha partecipato alla sessione di domande e risposte AMA (Ask me anything), sul sito Reddit, dove chiunque lo voglia può fare domande all’ospite del momento.

Durante questa sessione sono piovute molte critiche al co-fondatore del social network, circa l’autenticità delle recensioni che vengono postate sul sito. Una delle imputazioni più gravi è stata quella di praticare rating sociale, cioè costringere le società e i proprietari di locali a pagare la piattaforma, attraverso varie pubblicità, in modo che questa elimini i commenti negativi e chi non se lo può permettere rimane invece con valutazioni per lo più “critiche” riguardo la propria attività.

Contestazioni alle quali Stoppelman ha risposto nel seguente modo: “Non c’è mai stata alcuna somma di denaro che ci potrebbe corrompere per manipolare le recensioni della rete. Noi abbiamo un algoritmo che mette in luce le recensioni più utili e affidabili sul nostro sito, che sono circa il 75% dei contenuti forniti“. Prosegue Jeremy “Milioni di aziende non ci hanno mai pagato un centesimo e hanno fantastiche recensioni. È indubbio che alcune di queste hanno cercato di corromperci per eliminare alcuni commenti negativi, ma non abbiamo mai accettato e anzi abbiamo denunciato più volte questi comportamenti”.

Sul finire della discussione, il co-fondatore di Yelp ha parlato del suo passato e della sua esperienza con PayPal, dichiarando che lo ha aiutato a sviluppare importanti competenze di coding e gli ha permesso quindi di creare la sua attuale piattaforma. L’altro fondatore di Yelp è Russel Simmons, anch’egli un ex impiegato PayPal.

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