Buon compleanno, moka

Una delle maggiori istituzioni presente all’interno di ogni dimora è il caffè. La bevanda dal sapore forte e deciso, arabico o dolce, unisce all’insegna della comunione e delle chiacchiere in libertà, sposando in pieno il cliché che solo in Italia lo si prepara nella maniera migliore: con la moka.
La preparazione del caffè è un culto nonostante vi siano due scuole di pensiero: gli entusiasti utilizzatori della macchinetta del caffè espresso, fan delle cialde e dell’avvento tecnologico e gli amanti della tradizionale e assai romantica moka.

Quest’ultima festeggia i suoi primi 80 anni e non pensa minimamente di andare in pensione; infatti, per celebrare il suo compleanno, il must italiano diventa icona da esibire e mettere in mostra.
Presso l’area centrale della zona espositiva Permanente di Milano, dal 27 novembre all’8 dicembre, sarà possibile visitare la mostra temporanea che vede la progenitrice creata da Alfonso Bialetti nel 1933, modello custodito precedentemente presso l’Archivio Storico dell’azienda, protagonista de “La Moka si mette in mostra: 80 anni di un’intuizione geniale diventata mito”.

Il percorso storico culturale milanese abbraccerà e racconterà il Bel Paese intriso di profumato aroma al caffè, coniugando le differenti fragranze con l’excursus storico e con le curiosità che si legano alla scoperta e alla diffusione del prodotto, alla produzione e alla tostatura.

Sarà possibile visionare anche un’esclusiva selezione di caffettiere “vintage” e di utensili impiegati per la preparazione del caffè che hanno preceduto l’invenzione della Moka Express.
In questo campo il gruppo Bialetti è il marchio più importante ed è quello meglio conosciuto dal pubblico, dato dimostrato da una recente ricerca che ha stimato il possesso di una caffettiera di sua produzione per il 90% delle famiglie italiane.

Parafrasando Erri De Luca “si sa, a riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco”, quindi mettiamo la moka sul fornello e assaporiamo lentamente, questo caldo fumante nettare che è diventato rito. E mito.

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