La Scozia verso l’indipendenza (a metà), “Terremo Regina e Euro”

La data del referendum c’è, si parla del 18 settembre 2014, ma le idee iniziano già a farsi strada e concretizzarsi. L’ipotesi dell’indipendenza della Scozia prende forma e se n’è avuta conferma col documento di 649 pagine circa, Libro bianco, in cui le motivazioni e le possibili linee guida vengono esposte. Il first minister Salmond al secondo mandato consecutivo ha lanciato la sfida anche se dai sondaggi non sembra aver molto successo visto che si parla di un 47% a sfavore. Forse che c’è lo zampino inglese in tutto questo?

Analizzando i punti chiave delle volontà espresse dal leader dello Scottish National Party sono due i punti caldi su cui probabilmente gli scozzesi riflettono di più: da un lato una questione puramente formale ma comunque d’immagine ovvero qualora la Nazione intendesse scegliere l’indipendenza, la volontà di mantenere la Regina d’Inghilterra Capo di Stato, dovrà essere proprio la Regina a deciderlo; l’altra questione riguarda la moneta comune, ipotesi scartata da Cameron: “Il governo ha detto più volte che in caso di indipendenza un’unione monetaria (con la sterlina) è molto improbabile“. Pronta la soluzione: Salmond minaccia di non continuare a saldare la propria quota di debito.

Il sogno scozzese di configurerebbe pressapoco così: la Regina capo di Stato, la sterlina come moneta, membro dell’Unione Europea, affezionato alla BBC e alle sue canoniche trasmissioni, senza Trident ovvero il sistema missilistico antinucleare in dotazione alla Royal Navy, il tutto senza aumentare le tasse (pronta la replica di Londra: l’operazione costerà 1.000 sterline in più all’anno ai contribuenti). E poi come non menzionare le promesse: 35mila nuovi posti di lavoro, esercito di 15mila soldati e un meccanismo di 90 ambascerie e consolati. Il problema è che la popolazione sta invecchiando e i giacimenti di petrolio nel Mare del Nord si andranno esaurendo: quale copertura finanziaria quindi garantirà la riuscita dell’impresa?

Simbolicamente l’indipendenza potrebbe significare qualcosa, ma a livello pratico le modifiche alla vita degli scozzesi non sarebbero poi così evidenti e sconvolgenti. Eppure la “guida” chiamata Libro bianco viene presentata a gran voce dal premier Salmond come: “Il più completo progetto di un Paese indipendente mai pubblicato, non soltanto per la Scozia ma per ogni Paese che avrà questa prospettiva. Ma è più di questo, è un impegno e un prospetto per il tipo di Paese che vogliamo diventare“.

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