Il sindaco di Salerno De Luca indagato con il figlio per corruzione

Vincenzo De Luca, il sindaco sceriffo di Salerno, non è tipo da farsi da parte. Tempo fa l’Antitrust ha posto il 30 novembre come termine ultimo per risolvere il suo doppio incarico di sindaco e viceministro. Oggi, infatti, ha stabilito che le cariche di sindaco di Salerno e di sottosegretario alle infrastrutture sono incompatibili. Entro 60 giorni dalla notifica De Luca potrà ricorrere al Tar del Lazio o produrre entro 120 giorni un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. L’Autority ha respinto, inoltre, la richiesta di proroga del termine di conclusione del procedimento presentata due giorni fa, perché tardiva. De Luca, allora, ha risposto a muso duro, ribadendo che non c’è conflitto, perché le deleghe non le ha. Però, le vorrebbe, eccome.

In una intervista ad una radio locale, De Luca ha inveito contro il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi,che non gliele vuole dare: «Non ho intenzione di essere il suo scendiletto. Ahò Lupi, vuoi fare il pinguino con me. Ma io t’arroto”. Ha poi rincarato la dose: “Io non sarò Brad Pitt, ma lui somiglia tanto alla figlia di Fantozzi”.

Il sindaco di Salerno non è neanche tipo da farsi intimidire. Qualche giorno fa ignoti hanno lasciato sotto casa sua una testa di maiale. Ha prima rilasciato una dichiarazione «Queste cose mi caricano» e dopo qualche ora ha postato su facebook la foto della testa truccata, con un cappello e un limone in bocca.

Dieci giorni fa, quando gli era stato recapitato l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio nel caso Crescent aveva replicato con una battuta sferzante, “ogni opera pubblica un avviso di garanzia”, e poi aveva deciso di pubblicare online l’atto della Procura e un video che illustrava lo stato di degrado della zona prima dell’intervento. A Salerno, dopo questo avvenimento, è iniziata a circolare la seguente battuta: “De Luca è il miglior sindaco degli ultimi venti anni”. E grazie, verrebbe da dire, al suo quarto mandato, negli ultimi due decenni c’è stato solo lui a Salerno come sindaco.

Da qualche giorno ha lanciato nella mischia il figlio avvocato a, Piero De Luca, come capolista dei renziani a Salerno per le primarie dell’8 dicembre. Già in passato, ci aveva provato, ma solo ora, con il recentissimo abbraccio a Renzi, è riuscito a superare tutti gli ostacoli che già da tempo, soprattutto alle politiche dell’Ulivo veltroniano, erano stati sollevati in particolare a Roma. Una mossa spavalda la sua, alla Tex Willer, che è il suo personaggio dei fumetti preferiti. Sulla candidatura del figlio, il pm Vincenzo Montemurro ha aperto un’inchiesta sul tesseramento e sulle pre-primarie del Pd a Salerno concluse con il 98 per cento dei consensi a favore del sindaco di Firenze, Renzi.
“Salerno tra un po’ si scriverà in cirillico “, ha detto sulla vicenda Massimo D’Alema, a lungo figura politica di riferimento di De Luca. “Ragiona come nelle guerre di religione del Cinquecento, quando un popolo seguiva la fede del conquistatore. De Luca lasci liberi i suoi concittadini di pensarla diversamente”, ha affermato l’ex premier durante un incontro dei sostenitori dell’area Cuperlo ad Avellino.

De Luca è questo, prendere o lasciare; è un lucano senza mezzi termini e piace al popolino proprio per questo motivo. Non ha mai studiato comunicazione, ma le leggi fondamentali della stessa le ha dentro. Dice esattamente le cose che alla gente piace sentir dire, non potendole dire in prima persona. Riesce sempre a rimanere perfettamente in bilico tra la satira scontata e l’impalpabilità del sentimento di ribellione che ognuno di noi porta dentro di se; e su questo fa leva De Luca con astuzia al di là di ogni immaginazione. Questo fino a qualche giorno fa.

Vincenzo De Luca risulta indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul crac del pastificio Amato. Nella vicenda risulterebbe implicato anche suo figlio Piero. La Procura di Salerno, infatti, avrebbe anche chiesto una rogatoria internazionale con il Lussemburgo, dove lavora Piero, per verificare le accuse.
A tirare in ballo i De Luca sarebbe stato proprio Peppino Amato junior, erede dell’impero della pasta napoletana, in merito alle spese relative al comizio del sindaco di Salerno a piazza Plebiscito nel 2010, per le regionali. “Mario Del Mese mi raccontava di viaggi in Lussemburgo per raggiungere Piero De Luca al quale portava soldi da versare sul conto in Lussemburgo, proventi della Ifil“. L’accusa è di essersi fatto pagare da Giuseppe Amato alcune fatture relative all’organizzazione del palco di piazza del Plebiscito a Napoli. La richiesta sarebbe arrivata tramite Mario Del Mese, vicino al figlio di De Luca, Piero.

Vincenzo De Luca, avvicinato dai cronisti a margine della due giorni sul turismo promossa da Confindustria Salerno, non ha voluto commentare. Nessuna battuta sferzante, stavolta, è stata proferita dal sindaco, scuro in volto e infastidito dalla presenza dei giornalisti, tanto amati in altre occasioni. Su certe cose, nemmeno il sindaco sceriffo ha il coraggio di scherzare.

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