Barroso premia i risultati del deficit ma boccia il debito italiano

Il presidente della Commissione europea Barroso è stato molto diretto: “Il deficit è in ordine ma l’indebitamento pubblico rimane ancora molto elevato e allora bisogna incoraggiare l’Italia a fare degli sforzi“. Durante l’intervista rilasciata alla trasmissione Rai di Fabio Fazio Che tempo che fa Josè Manuel Barroso ha parlato della situazione economica analizzando quella italiana in comparazione a un quadro evidentemente più ampio cioè quello europeo. Non è facile comprendere tutte le affermazioni in questione ma in sostanza il Commissario premia l’Italia riconoscendo il fatto che sia riuscita ad uscire da un debito eccessivo, ma allo stesso tempo “rimprovera” o piuttosto sprona a inseguire la strada delle riforme senza perdere troppo tempo.

Le benedette riforme accennate dal presidente Barroso, che si attendono dal Governo Letta, riguardano proprio il risanamento delle finanze pubbliche. C’è la possibilità per l’Italia di applicare la clausola di flessibilità nel rapporto deficit-pil? La risposta non si lascia attendere: “Nell’ambito del progetto di bilancio preventivo di quest’anno l’Italia, che ha già ottenuto di fatto un obiettivo importante nei risultati sul deficit, non ha ancora presentato un progetto di aggiustamento strutturale del debito sufficiente e noi pensiamo che questo sia un incoraggiamento per l’Italia” ha dichiarato Barroso. Ora si capisce che al puzzle manca qualche pezzo.

Altro punto interessante dell’intervista riguarda una dichiarazione che suona nell’ottica europea come una risposta ai quesiti di molti: non è possibile rivedere il tetto del 3% al rapporto deficit-pil cui sono soggetti tutti i Paesi membri dell’Unione europea. La legge dunque è uguale per tutti, soprattutto quella economica in un periodo non proprio brillante, per usare un eufemismo. “Prendiamo in considerazione i cicli economici, ecco perché abbiamo proposto che alcuni Paesi possono avere più tempo per rimettere a posto il deficit. Stiamo già cercando di introdurre la flessibilità permessa dai trattati” ha dichiarato infine Barroso.

La linea rigida seguita dall’Ue ha alla base l’idea comune di mantenere salda la credibilità e la fiducia dei mercati. Se si dovessero fare delle eccezioni o addirittura cambiare leggi a seconda dei giorni e delle necessità, si creerebbero scompensi e si inflazionerebbe di sicuro la credibilità di un’economia che in questo momento necessita più che mai di stabilità.

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