Indesit, via libera dei lavoratori all’accordo sindacale

Le tute blu della Indesit Company di Fabriano danno il via libera, in modo quasi plebiscitario, con il 79,3%, all’accordo sindacale per il piano di riorganizzazione degli stabilimenti italiani. Anche la Fiom si piega e decide di firmare. Entro Natale il via libera, con la sottoscrizione ufficiale. Si chiude così una vertenza che ha tenuto con il fiato sospeso oltre 4.000 lavoratori in tutta Italia e che si è trascinata per circa 6 mesi.

Non c’erano dubbi sulla vittoria dei “sì” all’ipotesi di accordo firmato al Ministero dello Sviluppo economico il 4 dicembre scorso, semmai la curiosità era per la percentuale ottenuta. Ebbene, è stata alta. A partire dall’affluenza con il 90% degli aventi diritto al voto, quindi oltre 4.000 dipendenti Indesit, che hanno voluto esprimere il proprio parere. A Fabriano la percentuale complessiva dei “sì” è stata pari all’82%, così suddivisa: a Melano il 77,6%, ad Albacina 79,6%, negli uffici della sede centrale 88,8%, uffici di via Corsi 75%, uffici via Campo sportivo 87%, Ca’ Maiano 85,8%. Altissima la percentuale a favore dell’accordo a Comunanza: 91,3%. Nella sede di Milano i favorevoli si sono attestati al 86,8%. Più tiepidi a Casera dove la soglia dei “sì” si è fermata al 64,2%. Probabilmente su questo dato ha inciso il fatto che lo stabilimento di Teverola sarà chiuso.

Soddisfatti i sindacati che per primi avevano firmato il verbale di accordo. “Altissima percentuale e risultato plebiscitario che dimostra come la Fiom abbia perso il senso della realtà. Non ci sono, infatti, motivi sindacali per non sottoscrivere l’accordo e i lavoratori hanno dimostrato di comprendere e capire il complesso e responsabile lavoro negoziale”, le parole della responsabile nazionale della Fim, Anna Trovò. “L’accordo – spiega il responsabile nazionale del comparto elettrodomestici della Uilm, Gianluca Ficco – crea i presupposti indispensabili per cercare di superare la crisi e di traguardare una possibile ripresa, affidando a ciascun stabilimento italiano una missione produttiva e prevedendo ammortizzatori sociali conservativi che siano in grado di scongiurare per almeno 5 anni i licenziamenti. Le parti devono rispettare gli impegni assunti per far sì che, quando ci sarà la ripresa, essa possa andare a beneficio anche delle fabbriche italiane. Chiediamo innanzitutto al Governo di convocare il tavolo del settore degli elettrodomestici: i cinque anni guadagnati con l’accordo Indesit devono servire ad elaborare una politica industriale in cui ciascuno faccia la propria parte per uscire dalla crisi”.

Secondo l’Uglforti del consenso dei lavoratori ci impegneremo affinché l’intesa sia attuata nei tempi previsti”. Scoramento nei commenti della Fiom. “Come abbiamo annunciato nelle assemblee, il voto dei lavoratori è sovrano, quindi firmeremo l’accordo, pur mantenendo il nostro giudizio negativo. Saremo sempre impegnati – concludono – a tutelare e a rappresentare al meglio gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori della Indesit, per impedire qualsiasi chiusura e licenziamento e nella discussione per il ricorso agli ammortizzatori sociali previsto dalla stessa intesa ma per il quale, ad oggi, non si è svolta alcuna discussione di merito”.

Dal quartier generale della Indesit ad esprimere soddisfazione è direttamente il Presidente-AD, Marco Milani: “L’esito del referendum ribadisce la bontà dell’accordo raggiunto che mette insieme le esigenze dell’azienda e la salvaguardia delle persone che ci lavorano. E’ molto importante che le nostre persone lo abbiano compreso e il piano sia stato approvato a larga maggioranza in tutti i siti. Abbiamo appreso che anche la Fiom ha deciso di aderire all’accordo e ci fa particolarmente piacere perché abbiamo tanto lavoro da fare insieme a sindacati e istituzioni”. Il numero uno del gruppo di Fabriano annuncia anche che ora “gli investimenti partiranno subito e ci permetteranno di ridisegnare quasi completamente la nostra gamma prodotti e di rafforzare l’assetto produttivo del gruppo in Italia”.

Sospiro di sollievo fra i lavoratori che hanno vissuto 6 mesi in un’altalena di emozioni di cui, probabilmente, avrebbero fatto a meno. Il piano di riorganizzazione era stato presentato il 4 giugno scorso e prevedeva ben 1.400 esuberi, più la chiusura degli stabilimenti di Melano a Fabriano e Teverola a Caserta.

Ora la Indesit prevede per il sito di Fabriano la produzione ad alto contenuto d’innovazione di forni da incasso, oggi realizzati in Polonia, di forni di piccole dimensioni, attualmente prodotti in Spagna, e di prodotti speciali per la cottura. Il sito di Comunanza sarà il centro per l’innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma. Il sito di Caserta infine sarà il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d’innovazione, producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia.

Si prevedono 83 milioni di euro di investimenti nell’arco di un triennio e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, quali cassa integrazione e contratti di solidarietà. Previsti anche incentivi all’esodo per chi ne farà richiesta e l’impegno dell’azienda a non ricorrere all’utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018.

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