La vitamina D contro la sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia cronica progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello, nervi ottici e midollo spinale), caratterizzata dalla distruzione della guaina mielinica che riveste i nervi. Quest’ultima consente la trasmissione rapida e coordinata degli impulsi nervosi dal/al cervello e alle altre parti del corpo. Quando le fibre nervose perdono parte della mielina che le riveste, gli impulsi inviati non vengono più trasmessi correttamente. Le aree in cui la mielina è stata danneggiata o distrutta vengono definite “placche” o “lesioni”, e appaiono come zone indurite (cicatrici). I sintomi di questa malattia vanno dal torpore alla visione offuscata, fino alla paralisi.

La sclerosi multipla è molto diffusa nelle parti del mondo lontane dall’equatore
, dove la presenza del sole è minore e quindi anche la produzione di vitamina D da parte della pelle.

Secondo la dottoressa Anne Gocke della Johns Hopkins University School of Medicine degli Stati Uniti, la somministrazione di vitamina D impedirebbe alle cellule immunitarie T, responsabili della malattia, di viaggiare nel sangue arrivando fino al cervello. Alcuni esperimenti sono già stati compiuti dal gruppo di ricercatori guidati dalla Gocke su esemplari di topo affetti da sclerosi. I risultati sono stati sorprendenti: la vitamina D iniettata in grandi quantità nei roditori non ha provocato l’immunosoppressione globale della malattia, ma le cellule T sono state tenute lontane dai luoghi dove potevano fare maggior danno, cioè il cervello e il midollo spinale. La vitamina D è riuscita inoltre a bloccare la produzione di una sostanza appiccicosa che permetteva alle cellule T di attaccarsi alle pareti dei vasi sanguigni.

Interrompendo l’iniezione di vitamina D nei topi, la malattia è ritornata a manifestarsi. I risultati d sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings della National Academy of Science.

Bisogna comunque fare attenzione nella somministrazione della vitamina D detta anche “raggio di sole”: essa infatti, nella sua forma attiva detta diidrossi, è un ormone.

Questa ricerca, se porterà a risultati scientificamente comprovati e validi, potrebbe essere una speranza per i malati di sclerosi e un nuovo passo nel progresso della scienza umana.

[Fonti: mirror.co.uk; fondazione serono.it]

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