Filippo Timi, il gioiellino del cinema italiano

Classe 1974, moro e occhi verdi: lui è Filippo Timi, uno degli attori più richiesti del momento.
Orgoglioso delle sue radici umbre non perde mai occasione per parlare il suo dialetto durante le poche interviste che concede in Tv.
Popolare nel nostro paese come movie star è anche doppiatore, scrittore, regista ed attore di teatro.
Ed è stato proprio quest’ultimo il trampolino di partenza della sua brillante carriera di attore, oltre che veicolo per fuggire dalla realtà del suo paese natio.

Sovente racconta di essere stato un adolescente ‘diverso’, non proprio convenzionale a causa del sovrappeso, della balbuzie e del morbo di Stargardt che gli consente di vedere solo i contorni delle figure.
Eppure nonostante gli evidenti problemi fisici Timi è riuscito a costruire una carriera invidiabile e nel frattempo è anche divenuto, con sua sorpresa, una icona sessuale. Complice di questa ‘elezione’ è senz’altro la manifesta libertà di pensiero verso tematiche ‘calde’ come il sesso e il suo orientamento sessuale del quale, nonostante dichiarazioni esplicite di bisessualità, si conosce con certezza ben poco.
Un’altra freccia al suo arco è sicuramente la capacità di ‘umanizzare’ con sorprendente ironia gli handicap umani; la normalità con la quale affronta la condizione di disabile ha creato un filo invisibile tra se stesso e il pubblico, una sorta di ‘corsia preferenziale’ che mira e colpisce direttamente la sensibilità dello spettatore.

Nel suo caso la balbuzie non è motivo di disagio ma una particolarità quasi seducente e il fastidioso difetto della vista gli regala l’espressione accigliata e ‘sanguigna’ che le donne amano tanto.
Per non parlare del tono di voce grave, drammatico e a tratti spaventoso; Timi non parla ma quasi ruggisce.
Tutte queste insolite caratteristiche, affiancate a un talento recitativo su cui non si discute, hanno reso l’attore un gioiellino del cinema italiano contemporaneo: ha lavorato con Ferzan Ozpetek in ‘Saturno Contro’, con Bellocchio in ‘Vincere’, con Salvadores in ‘Come Dio comanda’, con Cristina Comencini in ‘Quando la notte‘ e con altri registi.
Ha recitato accanto ai migliori nomi del nostro cinema come Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e molti altri distinguendosi sempre per la qualità delle doti sia fisiche che interpretative.

Al teatro invece ha portato ‘Le metamorfosi’, ‘Amleto’ e attualmente il ‘Don Giovanni’ che, pur avendo diviso la critica, ha registrato una affluenza straordinaria.
Tutti i tormenti, i difetti e gli ostacoli della sua vita sono racchiusi in un libro scritto a quattro mani con Edorardo Albinati e intitolato ‘Tuttalpiù muoio’, edito da Fandango nel 2006. Al suo interno Timi si racconta intimamente, parlando senza filtri delle sue esperienze personali, su cui cerca sempre di glissare nelle scarse interviste che accetta di sostenere.

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