Tevez, l’Apache al servizio della Signora

In molti credevano ad inizio campionato che l’acquisto di Tevez sarebbe stato un fallimento per la Juve perché più che rappresentare il “top player” tanto ricercato da Marotta & Co., era visto come un campione ormai arrugginito e messo da parte dalla sua ex squadra, il Manchester City, oltre che ai margini del progetto della nazionale argentina.

Altri dubbi erano stati posti in merito al suo carattere, considerato “irascibile e scontroso” in campo e poco affidabile fuori, tra ritiri di patente e vari atteggiamenti non sempre appropriati ad un calciatore di spessore. Errori comportamentali che lo hanno portato spesso, nelle sue varie esperienze, dal ruolo di titolarissimo a giocatore fuori rosa. Tanto per far aumentare lo scetticismo si presenta a Luglio indossando la maglia più pesante, la numero 10 ereditata dal mito bianconero Alessandro Del Piero, emigrato in Australia perché fuori dal nuovo corso voluto dal presidente Agnelli.

A 5 mesi di distanza si può dire che Carlos Alberto Tevez sia un giocatore rigenerato.
Antonio Conte, che era stato avvisato della difficoltà di gestire una “testa calda”, afferma oggi che sarebbe fin troppo facile allenare se in campo ci fossero 11 giocatori come lui, per la grinta, la determinazione e la passione che mette durante gli allenamenti, che settimanalmente si trasformano in prestazioni superlative e lo rendono spesso decisivo. Con l’ultima tripletta contro il Sassuolo sono già 10 le reti in questa stagione, dietro solo a Rossi (Fiorentina) in classifica marcatori che ha già timbrato il cartellino 13 volte.

L’unico neo di questo importante inizio di stagione è quello di non essere riuscito a siglare nemmeno un gol in Champions League, rete che manca ormai dall’aprile del 2009 e di conseguenza non aver trascinato la Juve agli ottavi. Per tale motivo in molti lo hanno etichettato come grandissimo si, ma solo con le piccole, a differenza degli altri top player in giro per l’Europa. Toccherà ancora una volta a lui smentire gli ultimi scettici rimasti e dimostrarsi decisivo nelle partite che contano, con quella maglia numero 10 che indossava anche ai tempi del Boca Juniors e con la quale vinse tutto. Una maglia che scottava e non poco, appartenuta al Diez più forte di tutti i tempi, Diego Armando Maradona.

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