C’era una volta il fuorigioco, ma cosa è cambiato?

Probabilmente non è più il campionato più bello del mondo ma da quest’anno la Serie A si sta rivelando uno dei tornei più divertenti. Le partite sono ricche di gol, emozioni e gesti tecnici spettacolari, in ultimo lo splendido gol di Palacio che ha risolto il derby di Milano.

Il proliferare di gol e spettacolo è dovuto anche ad una nuova regola entrata in vigore da quest’anno: il “nuovo fuorigioco”. Esiste un organismo a livello mondiale chiamato IFAB (International Football Association Board)che ogni anno si riunisce per studiare eventuali modifiche o interpretazioni al regolamento e quest’anno l’interpretazione del fuorigioco è stata al centro della discussione. Diversi anni fa non esisteva il fuorigioco attivo o passivo, bastava trovarsi “geograficamente” oltre la linea dei difensori affinché il guardalinee segnalasse l’infrazione ma col passare degli anni è sorta l’esigenza di favorire gioco e spettacolo perciò solo se un giocatore partecipa attivamente all’azione si deve considerare in fuorigioco. Un esempio lampante è quello di Cagliari-Napoli di sabato scorso: Callejon tira da fuori area, Behrami in posizione di fuorigioco ritira la gamba per far passare il pallone e così partcipa all’azione rendendo non valido il gol dell’attaccante spagnolo.

A partire da questa stagione sono state date alcune interpretazioni alla norma, codificando qualcosa che già esisteva. La novità più importante riguarda il fatto che qualora un difensore effettui volontariamente una giocata, l’attaccante in fuorigioco viene automaticamente rimesso in gioco. Ciò vuol dire che uno stop sbagliato, un colpo di testa maldestro, un passaggio male effettuato può dare la possibilità all’attaccante che si trova in fuorigioco di giocare il pallone. Per fare un esempio basti pensare al gol di Trezeguet che qualche anno fa decise all’ultimo minuto un derby. Il colpo di testa all’indietro errato di Dellafiore fu valutato dalla terna arbitrale come un tocco volontario che rimetteva in gioco l’attaccante francese che sul tocco precedente del suo compagno era in netto fuorigioco.

Questa nuova regola penalizza ovviamente i difensori meno tecnici, da qui nasce l’esigenza di avere in squadra dei difensori tecnici oltre che buoni marcatori. Antonio Conte vuole che la sua Juve cominci sempre l’azione dalla propria retroguardia utilizzando Barzagli, Bonucci e Chiellini, questo però ha comportato a volte eccessi di sicurezza come testimoniano i gol di Drogba a Torino e di Icardi a San Siro su svarioni degli ultimi due citati. Però a parte gli incidenti di percorso non è un caso che le difese di Juve e Roma che hanno a loro disposizione gli elementi più tecnici del campionato, sono quelle meno perforate a differenza di quelle di Milan, Napoli e Inter che hanno sicuramente elementi validi ma poco raffinati dal punto di vista tecnico. In conclusione, è molto importante avere dei difensori come Thiago Silva o Piquè che difficilmente sbagliano una giocata perché con le nuove interpretazioni della regola il minimo errore può rivelarsi decisivo nell’arco di una partita o addirittura di una competizione.

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