Damon Albarn, tra eclettismo e velleità soliste

Una sala di incisione, l’artista di spalle, davanti a lui un pianoforte. L’atmosfera è dark, vibrante, visibilmente preparativa, nonostante le poche note a disposizione. Così, con un breve video diffuso su Youtube, lo storico leader dei Blur, Damon Albarn, ha annunciato lo scorso mese la pubblicazione per quest’anno del suo primo vero disco da solista.

Sarà Richard Russell, boss di XL Recordings, a produrre un lavoro ancora avvolto nel suo sostanziale alone di mistero. Opera pop, nel solco di un postmodernismo avventuroso e mai banale, o ancora un folk più profondo e calibrato sulle corde dell’anima. Difficile inquadrare le traiettorie dinamiche di un musicista abituato a trattare con l’esperimento. Quel che è certo è che la scelta appare studiata, con maestria, per sorprendere. Con tutta probabilità già compiuta per una stagione che vedrà Albarn impegnato, come comunicato dallo stesso britannico in una recente intervista al Wall Street Journal, anche nel rilancio dei Blur, dopo l’enorme successo del parallelo progetto targato Gorillaz.

The Leytonstone City Mission Choir, Brian Eno e Bat For Lashes, si vocifera possano essere loro le collaborazioni eccellenti in coda alla vocazione solista di Albarn che avrebbe altresì palesato il desiderio di portare l’ambizioso progetto in tour, magari potenziando il tutto con pezzi tratti dalle sue passate esperienze. Ci riuscirà? I fan del quarantacinquenne londinese già fremono.

[Credit photo: Getty Images North America]

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