Niente Olimpiadi di Sochi per la pluricampionessa Lindsey Vonn

Lindsey Vonn getta la spugna, per lei niente Sochi. E le XXII Olimpiadi invernali perdono una sicura protagonista a poco meno di un mese dall’avvio ufficiale. “Il mio ginocchio è troppo instabile per competere a questo livello. Mi opererò presto, per essere pronta per i Campionati del Mondo del febbraio 2015”, il post sulla pagina Facebook della pluricampionessa statunitense.

Trent’anni ancora da compiere ed un palmarès invidiato da avversarie e colleghe: 4 Coppe di cristallo (a cui si aggiungono una miriade di coppette di specialità: 6 in Discesa, 4 in Supergigante, 3 in Combinata), 2 medaglie d’oro e 3 argenti ai mondiali, un oro olimpico in Discesa e un bronzo in Supergigante a Vancouver 2010, 59 affermazioni in coppa del mondo trionfando almeno una volta in ogni disciplina dall’amata Discesa libera fino al più ostico Slalom speciale, un record che sono in poche le sciatrici a poter vantare. Un mostro sacro che non sarà al cancelletto di partenza in Russia.

“Ho fatto tutto quello che potevo per essere forte e recuperare dall’infortunio”, scrive sconsolata la fidanzata del campione di golf, Tiger Woods. Ed effettivamente, nessuno potrà affermare che Lindsey non ci abbia provato per tentare di ritornare la “cannibale delle nevi” che gli appassionati di sport invernali hanno potuto ammirare fin dai suoi esordi. Anche le avversarie di sempre dall’amica-nemica, la tedesca Maria Riesch, alle giovani che stanno scaldando i motori per fare man bassa di titoli: l’elvetica Lara Gut, l’austriaca Anna Fenninger e l’austriaca naturalizzata cittadina del Liechtenstein, Tina Weirather. A loro spetterà il compito di regalare spettacolo sulle nevi di Sochi per far dimenticare questa assenza, comunque, importante.

La Vonn ha iniziato il proprio calvario nel 2012 con un pizzico di mistero. Un ricovero per generici disturbi, la cui natura non è mai stata chiarita. Poi, il 5 febbraio dello scorso anno, la terribile caduta in SuperG ai mondiali di Schladming, con il bollettino medico che equivaleva ad una sentenza: frattura del piano tibiale laterale, rottura del legamento crociato anteriore e del collaterale mediale del ginocchio destro, rottura del setto nasale e trauma cranico. Una mazzata per chiunque, ma non per la campionessa a stelle e strisce. A parziale compensazione, l’ufficializzazione della love story con il numero uno dei Green, il connazionale Tiger Woods, il quale si è premurato di inviare il proprio jet privato per permetterle un rientro immediato in Usa per le operazioni a cui è stata prontamente sottoposta. Otto mesi dopo eccola di nuovo al cancelletto di partenza della pista canadese di Lake Luise che l’ha vista trionfare 9 volte in Discesa libera e 3 in SuperG. Ha aggredito la pista ed alla fine, pur forzando relativamente, ha ottenuto un lusinghiero 5° posto.

Una gioia effimera, purtroppo. Visto che il 21 dicembre, il suo ginocchio fa di nuovo crac, durante un allenamento in Val d’Isere, senza neppure cadere. Probabilmente, un rientro forzato dal terrificante infortunio che ha presentato il conto. E, quindi, l’annuncio sul social network che ha gettato nello sconforto i suoi tanti tifosi che già immaginavano di poter raccontare l’ennesima storia sportiva a lieto fine con la conquista, magari, di un altro alloro olimpico. Questa volta il colore della medaglia non sarebbe contato, bastava essere di nuovo lì, sul podio ed essere immortalata con il suo splendido sorriso da una miriade di fotografi.

Spetterà, dunque, alla teutonica Riesch cercare di arginare l’avanzare del giovane trio Fenninger-Gut- Weirather che sta imperversando in questo inizio di stagione agonistica. Maria ha tutte le carte in regola per poterlo fare.

Gli organizzatori della XXII Olimpiade invernale hanno assorbito il colpo del ritiro della pluricampionessa americana ed incrociano le dita nella speranza di non dover commentare altri ritiri eccellenti sia in campo femminile che maschile. Il 7 febbraio si alzerà il sipario e fra un allarme sicurezza per eventuali attentati di matrice terroristica, ieri è stato inaugurato il Main Press-Center di Sochi. Venti ettari dedicati ai media, capaci di contenere per 7 volte la Piazza Rossa, 2 piani per 158mila metri che ospiteranno gli oltre 2000 giornalisti e più di 6000 emittenti tv in arrivo da circa 70 paesi di tutto il mondo. Traduzioni disponibili in 8 lingue: russo, inglese, francese, tedesco, italiano, cinese, coreano e giapponese.

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