Travis, il pop-rock che viene dalla Scozia

Quattro figure riunite nel bosco di una gelida notte. Mentre parlano sui loro respiri vengono proiettate delle animazioni: profili, uomini che corrono e si tuffano nell’aria. Il video musicale di Moving, singolo dell’album Where you stand dei Travis è così servito. Pochi elementi forse, ma quelli fondamentali non mancano: semplicità e, in particolare, divertimento. Come sottolinea anche il cantante Fran Healy:“Tutti sul set siamo tornati all’età di 5 anni”.

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L’atmosfera rilassata e corale del brano può essere il punto di partenza per tornare ad apprezzare il sound di una band che, a distanza di tempo, sembra ancora portare l’etichetta-maledizione di ‘eterna incompiuta’. Colpa forse del fatto che l’avvio dei Travis nell’ambiente musicale britannico sia avvenuto negli anni Novanta poco dopo il terremoto Oasis. Nonostante questo, il disco d’esordio Good Feeling rappresenta la rampa di lancio di una band che fa di “All I want to do is rock” il proprio motto. Suoni ruvidi di cui gli stessi fratelli Gallagher diverranno forti sostenitori.

La svolta, di ascolti e di ritmo, avviene nel 2001 con il terzo album. Paradossalmente, se si pensa al titolo, The Invisible Man sarà un successo commerciale anche al di fuori dell’Inghilterra, sull’onda della trainante hit Sing. Ripensando a quel periodo, in una recente intervista per Repubblica Healy ha dichiarato che: “Non abbiamo mai rincorso il successo, quello che avemmo all’epoca fu del tutto accidentale, persino il produttore del nostro terzo album ci disse che rischiavamo di andare incontro ad un suicidio commerciale. Si sbagliava”.

I Travis avrebbero accolto da allora nella propria musica una patina pop dai toni malinconici/ riflessivi di cui persino i Coldplay sono debitori. Un’impronta che lascia spazio alle origini nel nuovo Where you stand. Per dirla come il frontman del gruppo, un disco “più rock dei precedenti, ma anche più positivo nei testi e negli arrangiamenti”; che strizza l’occhio anche all’elettronica.

Insomma, nell’opera che ha segnato il ritorno del quartetto scozzese non poteva mancare nulla. L’album è stato infatti considerato uno dei migliori del 2013. Forse un evento poco atteso dopo cinque anni di silenzio musicale. A cui hanno fatto da contrasto spesso, in passato, le pressioni e aspettative dell’industria musicale per un nuovo successo da lanciare. Di qui quel senso di ‘incompiutezza’ che accompagnava i Travis.

Ecco che nel tranquillo e giocoso clip di Moving si può individuare l’essenza della band. Semplicemente legata alle esperienze di vita e alla propria ispirazione, che va e che viene. Perciò indipendente dal tempo e dalle leggi di mercato. Non fosse scattata la scintilla non avremmo registrato nulla […] Siamo un “artschool band”. Abbiamo deciso di vivere la nostra carriera senza vendere né la nostra musica né la nostra immagine”.

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