Il boss delle cerimonie, a trionfare è solo lo stereotipo

“I matrimoni quelli veri li sanno fare solo a Napoli” inizia con questo slogan Il Boss delle cerimonie la trasmissione di Real Time, andata in onda ieri sera.

Un vero successo stando agli ascolti, al record di click, hastag e commenti che piovono da ore sul web. I napoletani, infatti, non hanno tardato a far sentire la propria voce sul docu reality che ritrae un’immagine dei partenopei tra il trash e il kitcsh.
Ma facciamo un passo indietro: Il boss delle cerimonie racconta le nozze made in Naples, organizzate in una location particolare. Si tratta del Grand Hotel La Sonrisa (Sant’Antonio Abate, provincia di Napoli), un vero e proprio tempio dove a trionfare non è di certo l’eleganza. Un luogo che non è nuovo ai Reality, questa volta cinematografici: l’omonimo film di Matteo Garrone era infatti ambientato proprio alla Sonrisa.

A spiccare ne Il boss delle cerimonie è la figura del boss, per l’appunto, il proprietario del complesso Antonio Polese che da vent’anni organizza matrimoni insieme a sua figlia Imma e al suo genero Matteo. E anche la coppia di fidanzati protagonisti della prima puntata della trasmissione ha scelto La Sonrisa per il giorno del sì. Il racconto inizia ovviamente con i preparativi: dal pranzo al vestito agli addobbi tutto deve essere scelto al meglio.

Protagonisti non solo i due giovani, ma come da copione, anche le famiglie. E così ognuno ha il suo ruolo ben definito: dalla mamma della sposa che interviene quando non dovrebbe, agli zii e parenti vari che accompagano la giovane in pompa magna nella scelta dell’abito bianco. Lacrime, emozione tutto viene ben evidenziato in perfetto stile sceneggiata napoletana. Il tutto esplode poi nel giorno del matrimonio, quando il trash raccontato sembra non avere limiti: un pranzo dalle mille portate, ballerine in costumi succinti inscenano un vero e proprio spettacolo, addobbi surreali, balli improbabili.

Indignazione è il sentiment che è esploso in rete: sono già nate due pagine che chiedono l’abolizione del programma (che prevede altre puntate sempre nello stesso stile) perchè “fornisce un’immagine negativa della realtà partenopea davanti a un pubblico nazionale e numerosissimo”.

Anche su twitter di ora in ora aumentano i tweet di coloro che non solo non si sentono rappresentati, ma credono che la trasmissione contribuisca a creare forme di disprezzo nei confronti del sud.

Da Real Time dopo le polemiche arriva la precisazione in commento sulla pagina Facebook: “Con ‘Il boss delle cerimonie’ abbiamo voluto raccontare la realtà particolare, e quindi assolutamente non esaustiva, di alcuni matrimoni napoletani attraverso dei protagonisti reali. Il mondo dei matrimoni è già parte del DNA del canale, e il family business della Sonrisa ci è sembrata un’opportunità per raccontare un altro aspetto di questa tradizione. Crediamo che il matrimonio sia ovunque un momento di festa, un’occasione di condivisione in cui tradizione, famiglia, sogni e amore sono gli ingredienti base, e ci dispiace se alcuni utenti si sono sentiti offesi da questo docu-reality. Cerchiamo di ascoltare tutti i vostri pareri, per fornirvi un intrattenimento di qualità sempre più alta”.

Precisazioni a parte, a trionfare è ancora una volta il luogo comune legato alla napoletaneità che mette in vetrina solo un lato della città, quella esagerata, fuor di misura. E se a vincere sono ancora una volta gli stereotipi, che lasciano amarezza, a perdere ovviamente è il buon senso.

Credit photo [Real Time]

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