Berardi, Insigne e Florenzi, il nuovo che avanza sognando il Brasile

In un momento di chiara difficoltà tecnica ed economica del calcio italiano, la 19.esima giornata di Serie A regala a tutti i tifosi e, in particolare a Cesare Prandelli un motivo per sorridere in vista dell’imminente mondiale in Brasile: le prestazioni di Berardi, Insigne e Florenzi, astri nascenti del “bel paese”.

La copertina spetta ovviamente a Domenico Berardi, mattatore nella serata di ieri del Milan e principale fautore del recente esonero di Massimiliano Allegri.
Il talentino classe 1994 (si avete capito bene 1994) ha terminato il girone d’andata con 15 presenze e 11 reti nella sua prima stagione in Serie A. A soli 19 anni Berardi è il secondo giocatore più giovane della storia, dietro Silvio Piola, ad aver segnato 4 goal in una partita e l’unico ad aver siglato un poker al Milan. Un ruolino di marcia impressionante che rende l’idea del valore assoluto di un predestinato che un anno fa esordiva in Serie B e che oggi, a suon di magie, sogna il Mondiale in Brasile.

Piacevole sorpresa di Verona-Napoli è il ritorno al goal in campionato di Insigne. “Lorenzo, il Magnifico” nato e cresciuto all’ombra del Vesuvio sembrava aver patito la concorrenza di Callejon e la recente esplosione di Mertens. La fiducia di Rafa Benitez non è mai mancata e la bella rete al Verona è il giusto premio ad un ragazzo che ha sempre fornito buone prestazioni macchiate solo da un’insolita astinenza in zona goal.

Discorso analogo per Florenzi. Il trequartista romano si è reso protagonista di una rete incredibile in rovesciata, sbloccando così la gara poi vinta per 4-0 della Roma sul Genoa.
Emblematico in questo caso il giudizio di Totti: “Se io facessi un gol del genere penso che smetterei subito, non mi alzerei più da terra. Bravo Alessandro, hai fatto una delle reti più belle della serie A“. Le parole del capitano rendono il giusto merito ad un ragazzo che sino ad oggi, nonostante un infortunio, è il capocannoniere della Roma con 5 reti, insieme al roccioso Benatia.

Sorride, come detto, Cesare Prandelli, in un momento in cui a soli 6 mesi dal Mondiale in Brasile, alcune potenziali certezze sono minate da infortuni o esclusioni eccellenti nelle rispettive rose.
La situazione più critica è in attacco dove regna l’apprensione per Giuseppe Rossi, unico sicuro di un posto insieme a Mario Balotelli, anche’esso non di certo nella sua stagione migliore.
Osvaldo al Southampton bazzica in tribuna mentre per Di Natale sembra essere arrivato quel normale calo fisiologico che ci si aspettava. Se i vari Matri, Quagliarella e Giovinco non trovano gli spazi per meritarsi una convocazione ecco salire alla ribalta i giovani Berardi, Insigne ed anche Immobile, calciatori non esperti ma sicuramente vogliosi di dimostrare al mondo le proprie qualità.
A centrocampo, nonostante la situazione sia più rosea, la duttilità e l’impegno di Florenzi potrebbero rivelarsi una preziosa risorsa anche a partita in corso.

L’impiego dei giovani è anche la miglior medicina ad una Serie A che economicamente, nonostante l’arrivo degli americani e di Thohir, non riesce a tenere il passo degli altri campionati esteri. Come in ogni processo di rivoluzione che si rispetti le chiavi del cambiamento sono da affidare ai giovani più intraprendenti e talentuosi, senza remore o timore. Solo così questi baby fenomeni riusciranno a diventare, per la speranza dei tifosi italiani, i campioni del domani.

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