Sos Italia, i rifiuti invadono le campagne

Dalle prime ore dell’alba, sono iniziati gli scavi nei luoghi indicati ai magistrati da alcuni pentiti, tra cui Carmine Schiavone. Qui per decenni sarebbero stati interrati rifiuti pericolosi. In particolare i carabinieri della Compagnia di Mondragone, su disposizioni della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno cercando rifiuti nocivi nei pressi della statale 7-bis Nola-Villa Literno, in provincia di Caserta.

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Da lì, si sposteranno di qualche chilometro e si scaverà a Villa di Briano, al confine con il cimitero di Casal di Principe. Dalle prime notizie che giungono dal posto, i magnetometri segnalano valori anomali e per questo gli scavi continuano senza interruzione. Con due pale meccaniche sono già stati rimossi parecchi metri di terreno.

Durante questa operazione, i carabinieri hanno anche arrestato due persone, sorprese in flagranza di reato subito dopo aver appiccato un rogo tossico di rifiuti speciali, nei pressi di una scuola. In prossimità dell’incendio doloso i carabinieri hanno bloccato e tratto in arresto i due autori, entrambi tunisini di 29 e 20 anni, già pluripregiudicati per altri reati. I due responsabili sono stati arrestati per combustione illecita di rifiuti, reato introdotto dall’ultimo decreto emanato dal Governo per l’emergenza Terra dei fuochi.

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Al di là di ciò che potrà essere scoperto in questa zona, le discariche abusive sembrano spuntare come funghi in tutta Italia.

Di rifiuti radioattivi in Sicilia si parlava fin dal 1992, quando il pentito Leonardo Messina raccontò a Paolo Borsellino che nelle cave di Pasquasia, dove lui lavorava, si celavano rifiuti atomici provenienti dall’Est Europa. Ora, secondo il presidente della commissione speciale per le miniere dismesse siciliane, Giuseppe Regalbuto, quegli stessi scarti tossici stanno uccidendo decine di persone, e per questo ha presentato alla procura di Caltanissetta un dossier in cui è presente una mappa delle aree più a rischio della Sicilia.

La zona maggiormente colpita, dopo la Campania, però, è il Lazio, sempre più sotto il controllo della criminalità, che, oltre ai soliti traffici e affari illeciti, gestisce il giro delle slot e quello dei rifiuti speciali, soprattutto in provincia di Frosinone e Latina.

Il 10 gennaio il re incontrastato della “monnezza romana”, l’avvocato, Manlio Cerroni, è stato arrestato dai carabinieri del Noe, su richiesta del pm Alberto Galanti, con la pesante accusa di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti e truffa. Le indagini sono state condotte dai militari diretti dal colonnello Sergio De Caprio, noto come “Ultimo”, che nel 1993 catturò il boss Totò Riina.

Nell’inchiesta è finito anche l’ex Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che si è dimesso nel 2009 dopo lo scandalo dei trans e del video hard e che, da qualche settimana, conduce su Rai Due il programma Razza umana. L’accusa per lui è quella di abuso d’ufficio e falso ideologico.

Ad Anagni, la città dei papi, ieri i carabinieri della stazione di Sgurgola, nel corso di appositi controlli finalizzati a contrastare le violazioni delle norme a tutela dell’ambiente, hanno individuato due siti con presenza di ingenti depositi incontrollati di rifiuti solidi urbani in altrettante aree demaniali.

Lunghezzina, periferia di Roma, sembra una zona tranquilla di campagna, ma un’inchiesta di alcuni giornalisti del posto ha svelato l’esistenza di una nuova “Terra dei fuochi”.

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In questa zona ci sono tanti capannoni abbandonati con tetti di eternit e i rifiuti per anni sono stati sparsi ovunque sui campi. Il terreno è fatto di scarti in vetro e di rifiuti chimici industriali. Ad aggravare la situazione è la presenza di pascoli e coltivazioni. Il problema sembra essere la mancanza assoluta di controlli da parte di enti preposti come Comune di Roma, ASL e ARPA Lazio. I rifiuti potrebbero essere stati sversati su questi terreni durante la costruzione di una grande opera come la TAV per la tratta Roma-Napoli.

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Non un semplice sospetto. Tra i rifiuti trovati c’è una grande quantità di Tretan crema, prodotta dalla L’Oreal e fuori produzione dal 2004. L’Oreal fattura 21000 miliardi e impiega 5000 persone. Il gruppo appartiene per il 53,7% alla società finanziaria Gesparel e per la restante parte a piccoli azionisti. A sua volta, la Gesparel è posseduta per il 51% dalla famiglia Benetton e per il 49% da Nestlè. Per alcuni dei suoi prodotti utilizza contenitori in PVC, un tipo di plastica che in fase di smaltimento può produrre diossina. In Italia opera attraverso varie società, fra cui la Saipo, che utilizzava all’epoca della costruzione della TAV per le sue creme contenitori ad alta tossicità, in quanto contenenti diossina, motivo per il quale è stata più volte accusata da diverse associazioni di consumatori di vendere prodotti cancerogeni.

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Tanto più è radicata la presenza della criminalità nel tessuto politico-sociale ed economico di una comunità, tanto più elevata è la probabilità di emergenze rifiuti, perché per la criminalità sono fonti di immensi guadagni. Vari quartieri di Roma, da Torpignattara al Laurentino, dall’Appio alla Borghesiana, a Natale sono stati completamente invasi dai rifiuti.

Una situazione che potrebbe ripetersi ancora, soprattutto alla luce della recente bocciatura del decreto Salva Roma, che prevedeva anche una norma che mirava a tagliare sprechi e inefficienze del servizio.

Sotto gli occhi perplessi dei numerosi turisti che affollano la città in questi giorni, diversi quartieri si sono trasformati in discariche a cielo aperto. A Boccea, addirittura, i maiali hanno iniziato a grufolare tra i rifiuti alla ricerca di avanzi.

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