Le biblioteche nel futuro, tra privatizzazione, digitale e rischio chiusura

Sono molte le biblioteche bellissime nel mondo e a ricordarcelo é BuzzFeed, un sito di contenuti virali in rapida ascesa, che ha pubblicato una gallery di immagini delle 28 più quotate, sottolineando che le biblioteche sono a rischio ogni volta che ci dimentichiamo quanto siano importanti.

“Le biblioteche sono libertà, istruzione, intrattenimento, sono posti sicuri dove avere accesso alle informazioni. Sono preoccupato da come sono considerate le biblioteche nel XXI secolo. Le persone sono confuse su cosa siano e quale sia il loro scopo. Se si considerano le biblioteche come semplici scaffali di libri possono sembrare antiquate e datate in un mondo in cui molti libri sono ormai in formato digitale.” Questo ha affermato lo scrittore e giornalista inglese Neil Gaiman a proposito del rapporto tra la lettura e le biblioteche e il loro peso nella società.

Secondo Eric Schmidt di Google, ogni due giorni il genere umano crea più informazione di quanto sia stato fatto fino al 2003. “Negli ultimi anni siamo passati da un mondo in cui c’era scarsa informazione a uno in cui c’è una saturazione. Abbiamo bisogno di aiuto per navigare in questo mare di informazioni per trovare quella che ci serve veramente”. Le biblioteche sono il posto in cui le persone vanno per trovare queste informazioni e i libri sono solo la punta dell’ iceberg. Un ruolo importante va riconosciuto ai bibliotecari il cui compito é quello di fornire gratuitamente e legalmente ogni genere di libro.

Negli Stati Uniti il valore sociale delle biblioteche pubbliche è ampiamente riconosciuto. Per il 63% degli americani al di sopra dei 16 anni la chiusura della biblioteca locale avrebbe un grosso impatto sulla comunità. Si va in biblioteca non solo per accedere a libri e altri media, ma anche per ottenere assistenza, per stare in un posto tranquillo, per trovare risorse di ricerca, per i programmi per i giovani, per accedere a computer e stampanti, per i programmi per gli adulti, e anche per essere aiutati con le pratiche burocratiche e nella ricerca di un lavoro. La storica Boston Public Library si sta ristrutturando per diventare più accogliente e simile a un salotto e per creare uno spazio multifunzionale digitalizzato e interattivo per gli adolescenti. “Nel 2020 una biblioteca pubblica sarà un concept: un’ idea prima ancora che un luogo”, scrive Forbes.

Nel Regno Unito, la British Library è considerata alla stregua di una casa editrice, un centro di sviluppo di startup che organizza incontri su come scrivere un business plan, lì c’è la “world’s knowledge”, come recita il loro slogan. La storia delle public library inglesi ha da sempre visto protagoniste le comunità locali, che hanno istituito e sostenuto il servizio di pubblica lettura anche attraverso l’istituzione di tasse locali. I punti di forza della public library sono sempre stati la gratuità, che rappresentava la garanzia di un accesso equo e universale, e la pubblicità, garantita dalla gestione affidata alla pubblica amministrazione. Nonostante ciò, lo stato ha iniziato a parlare di privatizzazione e questo riflette l’attuale situazione di crisi.

Il contesto italiano é completamente differente, abbiamo circa 13.000 biblioteche, che fanno capo allo stato, alle regioni, agli enti locali, agli istituti culturali, alle università, alla chiesa e ai privati. Sono semplicemente uno dei servizi erogati dalle amministrazioni statali e locali, la loro istituzione non é stata, storicamente parlando, il frutto di una discussione pubblica sulla loro importanza ed é forse per questo che ancora oggi i livelli di frequentazione da parte dei cittadini non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei paesi anglosassoni e dell’Europa del nord.

Afferma Stefano Parise, presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB): “affidare le biblioteche ai privati in Italia sarebbe velleitario, ai tagli si risponde con la presa di coscienza dei benefici generati per l’intera comunità nazionale da biblioteche ben funzionanti e con una seria strategia di revisione dei meccanismi organizzativi”.

Il prestito digitale è l’evoluzione naturale del servizio bibliotecario ed é destinato ad integrare l’offerta di lettura delle biblioteche nei prossimi anni, affiancandosi al prestito e alla consultazione delle opere su carta. Diverse biblioteche in Italia stanno sperimentando l’uso di dispositivi per la lettura di e-book mentre il network Media Library Online (MLOL) è in continua espansione. Ciò che al momento frena la diffusione del prestito digitale é l’assetto della legge sul copyright.

In Italia gli investimenti pubblici per le 46 biblioteche statali sono passati, dal 2005 al 2009, da 30 a 17 milioni di euro. Il denaro che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione è un milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British Library, pur con i tagli di Cameron, lo stato dà l’equivalente di 150 milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France, pur con i tagli di Sarkozy , 200 milioni di euro l’anno. Nonostante ciò qualche esempio virtuoso e confortante c’è. La bolognese Salaborsa, bella e animatissima, nel 2010 ha registrato che il numero di utenti sono stati due volte e mezza più degli spettatori delle partite di calcio.

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