Comunione e interessi: i segreti di Meetup, il più reale dei social

Legare il social network a fini pratici, veicolando interessi comuni a veri e propri incontri di massa. In tempo di crisi (di realismo, si intende) non si butta via niente. Meetup, piattaforma lanciata nel 2002 negli Stati Uniti dal giovane duo Meeker-Heiferman, sembra davvero offrire il giusto compromesso fra due fuochi troppo spesso in antitesi. L’immediata arrivabilità di un click e l’interscambio più complesso della vita di tutti i giorni. Insieme, si può.

Di che si tratta? Basta avere 18 anni e saper riconoscere il proprio talento. Scientifico, letterario, sportivo, persino culinario. Inserire la propria città ed entrare nella cerchia delle persone affini. E’ successo a Gerardo, venticinquenne di Milano: “Ho conosciuto il sito per via di un gruppo che già lo utilizzava e quindi da lì mi sono iscritto. Sono un ingegnere informatico, appassionato di applicazioni, e ho scelto Appsterdam Milano”.

Milano appunto. Il messaggio è strettamente logistico. Categorie d’interesse e zona, nessuno spreco, di tempo e di spostamenti. Del resto, sono le stesse linee guida iniziali del portale a decifrare il tutto imponendo la selezione di un’area territoriale d’interesse comprendente mappa delle persone più vicine e lista gruppi già prodotti.

“E’ tutto abbastanza semplice, si tratta di cercare secondo categorie d’interesse e per zona – ci spiega Gerardo – vedere il gruppo e le informazioni sullo stesso e decidere se iscriversi, poi fare una piccola presentazione testuale rispondendo a 2/3 domande guida per introdursi agli altri, ed il gioco è fatto”. O quasi, perché se in tutto questo c’è un vantaggio, non può prescindere dall’applicabilità pratica del mettersi in gioco. E’ in questa direzione che vanno gli eventi, le riunioni dal vivo, mediate dai più esperti, praticamente dei relatori.

In Italia il “metodo” è diventato famoso nel 2005 quando le cellule del Movimento 5 Stelle hanno scelto di sposare tali tipi di aggregazioni per fondare entità sul territorio, talvolta anche fuori dalla penisola. Il messaggio però è di più ampia natura e parte da lontano. Uno dei co-fondatori del social network ha dichiarato che l’idea è partita nel 2001, dopo il famoso attacco dell’11 settembre al World Trade Center di New York. A colpirlo la voglia di riunirsi della gente in seguito a quell’evento drammatico. Perché non riproporre tale esigenza anche in contesti più banali?

Oggi gli iscritti a meetup.com sono oltre 15 milioni. Per un totale di 142.000 gruppi sparsi in 196 Paesi diversi. Numeri che bene inquadrano il successo di un’idea, concepita per sorprendere nell’assoluta sobrietà di uno dei valori umani più sentiti, la compagnia. Ancor meglio se associata a qualcosa da dirsi.

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