“Italicum”, la nuova legge elettorale presentata da Renzi

Chiamatelo ‘Italicum’ senza problemi“: così Matteo Renzi ha aperto ieri la direzione nazionale del Pd, in cui è stato approvato il progetto della nuova legge elettorale, discussa con Berlusconi sabato scorso, con 111 voti favorevoli e 34 astenuti
Non propriamente un modello ispanico, dunque. La nuova legge prova a venire incontro alle necessità sollevate dai suoi maggiori oppositori, primo fra tutti il leader del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano.

Dobbiamo ottenere almeno tre su quattro condizioni“, aveva detto Alfano nella mattinata di ieri: “indicazione del candidato premier della coalizione, premio di maggioranza alla coalizione, no a un Parlamento di nominati, soglie di sbarramento vere e non finte“.

Ecco quel che ne è uscito: quanto al premio di maggioranza, spetterà a chi avrà preso “almeno il 35% dei voti, che porti al 53% minimo e al 55% al massimo“, così che il premio sia “al massimo del 18%” e non rischi l’incostituzionalità.
Vittoria per il doppio turno, previsto nel caso in cui non si arrivi neanche al 35%. A quel punto il ballottaggio sarà aperto “non tra due candidati premier ma tra due coalizioni, simboli o agglomerati di simboli che senza apparentamento rigiochino la partita di fronte elettori“.
I restanti seggi – ha continuato Renzi – saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri“.
Definite infine le soglie di sbarramento: per chi si coalizza al 5%, per chi corre in solitaria all’8% e, infine, per le coalizioni al 12%.

Niente preferenze: le liste saranno corte, ma gli elettori non potranno scegliere quale candidato siederà in Parlamento. A tal proposito, afferma il segretario Pd: “personalmente non ho niente contro le preferenze. Ma l’accordo politico raggiunto non prevede le preferenze. Se ci saranno le elezioni da qui al 2018, prendo due impegni con chiarezza: le primarie per i parlamentari e la rappresentanza di genere“. Renzi dunque è ancora fiducioso nel meccanismo delle primarie, lo stesso che l’ha fatto salire alla segreteria del suo partito, lo scorso 8 dicembre.

L’Italicum consente al Pd di potersi giocare la partita per il governo. E non esclude le alleanze ma che siano alleanze per governare, non servano solo vincere per vincere“: così infine Renzi ha risposto alle recenti polemiche nate in seno al suo partito dopo l’incontro con Silvio Berlusconi. “Dire che dovevo parlare con Forza Italia ma non con Berlusconi è una contraddizione in termini: o si decide di non parlare con Forza Italia o si parla con Silvio Berlusconi. Con chi avrei dovuto parlare, con Dudù o con la personalità politica che ha creato e ricreato Forza Italia?
Eppure molti continuano a non essere del tutto convinti.

Gianni Cuperlo, presidente del Partito Democratico, ha paventato “profili di dubbia costituzionalità“. “La riforma elettorale – ha infatti dichiarato – non risulta ancora convincente, perché non garantisce né la rappresentanza adeguata né il diritto dei cittadini di scegliere gli eletti né una ragionevole governabilità“.

Ancora sul piede di guerra il leader Ncd Alfano, sebbene pare essere rincuorato dal fatto che per lo meno si possa parlare di un “Italicum” piuttosto che di un sistema ispanico: “hanno tentato di soffocarci nella culla – ha affermato in un’intervista a ‘Mix 24’, su Radio24 – di ucciderci col sistema spagnolo. E non possono pretendere che facciamo finta di non averlo capito. Il tentativo di soffocarci non l’abbiamo scambiato con una carezza o un bacetto“.
Per Alfano, Renzi dovrebbe far affidamento su un “impegno con il buonsenso: dobbiamo assicurare la governabilità ed evitare che per legge si riduca tutto a due partiti“. Ancora, contro le liste bloccate: “il problema è la possibilità per l’elettore di scegliere il proprio parlamentare“.

Ma all’ordine del giorno non c’era solo la legge elettorale: il segretario del Pd ha infatti annunciato che, entro il 15 febbraio, verrà presentato un ddl costituzionale per la trasformazione del Senato. “Ci auguriamo sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ci sono 20 giorni per discutere“, spiega Renzi, sottolineando a tal propostio come l’accordo con Berlusconi sia stato un grande balzo in avanti per accelerare i tempi: “ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato“.

Secondo Grillo, infine, più che di “Italicum” si può parlare di “Pregiudicatellum“: l’accento è posto sul fatto che gli elettori, non potendo scegliere quale dei candidati di una lista preferire, sarebbero costretti a votare per elementi scelti da “pregiudicati e condannati in primo grado“.
#Oltrelarottamazione c’è la riesumazione del condannato e la sepoltura del volere degli elettori“, scrive Grillo sul suo blog.

[Foto: Ansa]

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