Il Festival di Sanremo è una manifestazione musicale che si svolge ogni anno nella omonima città dal 1951 e rappresenta uno dei più grandi eventi mediatici proposti dalla Rai, Tv di stato italiana.
Nel corso di più di mezzo secolo la popolare kermesse ha dato spazio ai maggiori talenti del panorama musicale italiano e consolidato carriere di artisti come: Nilla Pizzi, Domenico Modugno, Claudio Villa, Iva Zanicchi, Peppino Di Capri, Riccardo Fogli, Massimo Ranieri, i Pooh, Riccardo Cocciante e tanti altri. Per non parlare delle star internazionali che ne hanno calcato la passerella in qualità di ospiti d’onore come Robert De Niro, Louis Armstrong, Whitney Houston, Elton Jhon, Madonna, Bruce Sprengsteen, Queen, Paul Mc Cartney, U2 e molti altri.
Il palcoscenico del teatro Ariston ha rappresentato per il passato e rappresenta ancora oggi, seppure in misura differente, un traguardo da raggiungere in termini di popolarità per i suoi partecipanti e una vetrina insostituibile per gli emergenti.
Ma l’evolversi dei tempi, gli enormi passi avanti della tecnologia, il cambiamento dell’industria musicale e le nuove modalità di fruizione della musica stessa sembrano avere inciso pesantemente sull’impatto che la manifestazione ha sulle vendite di dischi.
Se prima Sanremo garantiva popolarità, successo e anche guadagni per artisti e le case discografiche, è così ancora oggi?
Ogni anno si avvicendano interpreti provenienti dalle case discografiche più disparate come Sony, Universal, Sugar, Warner Music.
Marco Mengoni, che vinse il concorso con ‘L’essenziale’, rappresenta uno dei talenti che maggiormente è stato favorito dalla partecipazione contest, registrando 120 mila copie vendute con #Prontoacorrere.
Universal invece portò in gara nel 2013 Antonio Di Maggio, piazzatosi nella top 100 dei singoli più venduti, e propone quest’anno altri due giovani, The Niro e Veronica De Simone assieme ai più famosi Cristiano De Andrè, Francesco Sarcina e Giuliano Palma.
Sauro Rossi, direttore vendite della Warner Music, ha vissuto negli ultimi anni un Sanremo da ‘seconda linea’ riportando risultati non proprio da record.
E’ molto probabile che il Festival della canzone italiana, così come tutte le cose presenti in natura, abbia risentito dei cambiamenti della società e della evoluzione dei tempi. La sua struttura è rimasta più o meno fedele a quella originale, forse un po’ sorda ai richiami della modernità e lenta nel percepire le infinite mutazioni del mondo esterno.
Tutte le case discografiche sono d’accordo nel ritenere che i risultati conseguiti dai propri artisti siano il frutto di esperienze riferibili solo alle singole esperienze, cosa che rende impossibili e inutili parallelismi e generalizzazioni.