Dal World Economic Forum ottimismo per l’economia mondiale

Messaggi positivi dal World Economic Forum a Davos. Secondo quanto dichiarato in un rapporto Pwc, dopo aver sondato l’opinione di 1300 CEO, nel Vecchio Continente, nel 2014, il fatturato delle industrie sarà finalmente in crescita, mostrando un relativo entusiasmo dei manager europei, in controtendenza rispetto a quello degli addetti ai lavori delle economie emergenti. Si prospetta fors così l’inizio della fine della crisi economica che da anni attraversa il mondo.

Il Forum Economico Mondiale è una fondazione senza fini di lucro, con sede a Ginevra, celebre proprio per l’organizzazione di questo incontro annuale, un’occasione in cui i maggiori dirigenti politici ed economici internazionali, insieme a intellettuali e giornalisti selezionati si riuniscono per discutere le questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e di ambiente. Proprio per questo carattere elitario, il forum attira ogni anno critiche e contestazioni, soprattutto dopo che il rapporto di Oxfam ha fatto emergere che gli ottantacinque uomini più ricchi del mondo possiedono la stessa ricchezza della metà della popolazione mondiale.

Ieri a Davos è intervenuto il ministro Saccomanni, prospettando un tasso di crescita del PIL italiano nel 2014 dell’ 1%. Ribadendo che nel terzo trimestre del 2013 l’economia italiana si è stabilizzata e ci sono forti indicazioni che nel quarto abbia ricominciato a crescere. Stime, quelle di Saccomanni, decisamente diverse da quelle presentate da Ue e Banca D’Italia. Organismi che però usano modelli econometrici che non considerano il pagamento degli arretrati.

Saccomanni poi ha parlato anche di costo del lavoro e competitività. Le risorse necessarie per gli investimenti saranno reperite dalla privatizzazione del 40% di Poste Italiane. Mentre la competitività è un problema che va affrontato e risolto a livello europeo, d’accordo con Barroso. E che riguarda non solo il costo del lavoro ma anche il costo dell’energia, lo spread, la frammentazione dei mercati finanziari europei risolvibile, secondo il ministro, con l’Unione bancaria.

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