Il cinema che sa di casa: i letti matrimoniali invadono le sale

Non sono poche le trasformazioni che il cinema sta vivendo da qualche anno a questa parte. Si assiste infatti ad una continua evoluzione di tecnologie digitali che arricchiscono l’esperienza visiva e sonora degli spettatori. In questo senso, basti pensare al fatto che il successo planetario ottenuto nel 2009 dal kolossal fantascientifico Avatar di James Cameron ha determinato la consacrazione del 3D. Di pari passo, naturalmente, con i cambiamenti che riguardano il mercato dell’home theatre. Risultato: (costosi) impianti all’avanguardia in grado di riproporre tra suoni e immagini l’‘effetto cinema’ anche a casa.

Stavolta la novità segue la direzione opposta. Letteralmente. Quale modo per rendere la visione di un film ancora più raccolta se non portando l’atmosfera di casa al cinema? Ecco perciò i letti matrimoniali invadere le sale cinematografiche.

Comfort e comodità sono le parole d’ordine di questa nuova tendenza che, almeno in Europa, ha trovato la sua prima accoglienza nel 2010 in Francia. In occasione del Pigiama Party organizzato da Ikea per testare una linea di materassi, lo storico cinema Olympia di Parigi si è trasformato in camera matrimoniale: una quarantina di posti letto da cui i fortunati scelti per l’evento hanno potuto assistere alla proiezione della trilogia Millennium.

Ma già nel 2007 nei teatri di Tokyo si avvertiva l’esigenza di trovare un’alternativa alle tradizionali (e scomode) poltrone. Di qui la realizzazione di un teatro con soli letti in platea inaugurato per l’esibizione della violinista russa Anastasia Chebotareva.

il cinema che sa di casa

Sembra questa, dunque, la prima origine di un trend che, nonostante i costi del biglietto (circa quattro volte superiori rispetto a quelli normali) da allora ha trovato ampia diffusione nei cinema di Indonesia, Thailandia, Malesia e, tornando in Europa, in Inghilterra. A fare da contorno, naturalmente, cuscini, coperte e tavolini per bevande e pop corn. Resta da vedere se anche l’Italia deciderà di pagare l’alto prezzo del comfort.

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