Nunzia De Girolamo indagata dalla Procura di Benevento

L’ormai ex ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo ed i suoi fedelissimi, tra cui l’attuale dirigente dell’Asl Michele Rossi, sono da ieri nel registro degli indagati della Procura di Benevento.
L’accusa è quella di abuso e turbativa d’asta per quanto riguarda lo scandalo Asl.

Tutto è iniziato a settembre del 2013, quando il Direttore Amministrativo del Provveditorato dell’Asl, Felice Pisapia, ha portato alla Procura i file audio nei quali lui stesso, Rossi e la De Girolamo, discutono di ogni singolo aspetto della gestione della Sanità sul territorio, a partire dalla gara d’appalto di dodici milioni per il 118.
Con queste registrazioni, Pisapia ha portato a galla l’esistenza del “direttorio” politico-partitico costituito, al di fuori di ogni norma di legge, da componenti esterni all’Amministrazione, permettendo di inquisire dodici persone, ma mettendo nei guai anche se stesso, accusato di aver gonfiato le fatture dell’Asl e truffato l’amministrazione.

Circa un mese fa il Gip del Tribunale di Benevento, Flavio Cusani, riguardo l’ordinanza relativa alla Sanitopoli sannita del ristretto direttorio politico-partitico ha precisato “La De Girolamo si occupava di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale con modalità indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl“.
È proprio a causa di queste parole che una settimana fa la De Girolamo si è dimessa dal suo ruolo affermando “Mi dimetto. Ho preso questa decisione perché la mia dignità vale più di un ministero ed un governo che non ha preso le mie difese, e mi riferisco soprattutto al Presidente del Consiglio. Ci tengo a precisare, che le mie sono solo dimissioni politiche, non c’entrano nulla con l’inchiesta in corso“.

Intanto i pm Giovanni Tartaglia Polcini, Nicoletta Giammarino e Flavia Felaco, stringono la cerchia degli indagati attorno all’ex ministro ed ai dirigenti suoi fedelissimi con le accuse di transizioni milionarie e domiciliazioni false, autorizzate con denaro pubblico a favore di amici avvocati, presunta turbativa sugli appalti. Insomma, le gesta del “direttorio” erano ispirate a criteri d’interesse personale o di ricerca di consenso elettorale.

L’avvocato della De Girolamo, Angelo Leone, smentisce dicendo “Non abbiamo ricevuto né un avviso di garanzia, né un invito a comparire“, ma presumibilmente l’iscrizione dell’ex ministro nel registro degli indagati risale ad un periodo già precedente all’inchiesta, ed è rimasto coperto da segreto.

Nunzia De Girolamo parla di dignità. Una dignità ormai persa, che non può essere recuperata di certo con le dimissioni. Dovrebbe limitarsi a prendersi le sue responsabilità, come giusto che sia.

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