Berlusconi, show al comizio: “Io e Toti? Non siamo gay”

I piccoli partiti hanno ottenuto, grazie all’aiuto del Capo dello Stato, che si passasse dal 35% al 37% come soglia di sbarramento per ottenere il premio di maggioranza“. Dopo l’intesa raggiunta con il Pd sulla Legge elettorale, Berlusconi torna a parlare. Lo fa a Cagliari, intervenendo a sostegno della campagna elettorale del candidato governatore del centrodestra, il presidente uscente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci.

L’ex premier esordisce scherzando sul ritardo con cui si è presentato al comizio: “Mi scuso per il ritardo ma a Roma sembrava di essere in Sardegna. Abbiamo impiegato più di un’ora per arrivare in aeroporto“. Davanti a lui una platea di circa 2500 persone, con due maxi schermi, bandiere e canzoni di Forza Italia in sottofondo. L’habitat naturale del Cavaliere, che infatti ha offerto uno dei suoi soliti spettacoli a metà strada tra politica e cabaret.

Berlusconi cerca subito di smorzare con una battuta i malumori della dirigenza del partito, dovuti alla “promozione” di Toti a consigliere di Forza Italia. “Un mio amico, che si chiama Giovanni Toti, che da anni lavorava in Mediaset e che ha rinunciato ad uno stipendio altissimo, come tutti quelli di Mediaset, è venuto per amor mio, ma non siamo due gay…” ha scherzato. Poi allontana l’ipotesi rottamazione, “perchè se c’è qualcuno che in cinquanta anni ed oltre della sua carriera come imprenditore e uomo delle istituzioni, e che ha avuto totale rispetto di tutti e totale vicinanza con i collaboratori e amici, questo signore si chiama come mi chiamo io“.

Il Cavaliere si sofferma sui tanto discussi “scatti della vecchiaia” pubblicati dal Sunday Times: “Ho chiesto alle ragazze di Forza Silvio di venirmi a mettere le mani addosso, sulla mia faccia, perché ho chiesto a un signore di fotografarmi e di rappresentarmi come sarò a 90 anni, e invece hanno pubblicato quelle foto come se fossero di oggi. Qualche ruga c’è ma i miei 80 anni li porto bene…

Berlusconi parla anche di esteri, rivendicando i propri meriti nell’aver costruito relazioni positive con tutti i Paesi dell’Africa mediterranea. “Poi ci sono state le decisioni assunte da altri Paesi” spiega. “Ora ho resoconti sulla Libia: è una santabarbara, possono partire con una rivoluzione ed è una mina sul Medio Oriente“.

Infine Berlusconi punta il dito contro l’ordinamento politico italiano, che non gli avrebbe permesso di realizzare tutti i punti del suo programma. In particolare la Costituzione, nell’intento di evitare che si creassero le condizioni per una nuova dittatura, avrebbe attribuito all’Esecutivo un’autonomia decisionale limitata. “Nei nove anni in cui sono stato al Governo non ho avuto i poteri per ottenere i risultati che speravo, non ho potuto fare quelle profonde riforme necessarie per stare al passo con il resto dell’Europa, come la riforma della burocrazia, la riforma del lavoro e del fisco, ma soprattutto la riforma della giustizia, una mancanza che grida ancora vendetta” ha concluso.

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