Le 15 leggi più strane d’Italia

Sulla nascita o sulla morte, in Italia ce n’è una per ogni occasione. Alcune sono talmente assurde da sembrare incredibili e per questo sono chiamate, burLeggi, cioè leggi o regolamenti così bizzarri da sembrare, appunto, delle burla. Ecco la top 15 delle leggi più strane di Italia.

1. L’articolo 121 del T.U.P.S. del 18 giugno 1931, terzo comma, vieta il mestiere di ciarlatano.
2. Ad Eraclea, in provincia di Venezia, non solo è vietato andare in giro in spiaggia senza indossare una maglietta, ma è proibito anche giocare a pallone, costruire castelli di sabbia, raccogliere conchiglie e prelevare sabbia.
3. A Lerici non si può uscire in costume, ma nemmeno stendere gli asciugamani fuori dai balconi e dalle finestre.
4. Niente massaggi da personale ambulante sui litorali toscani e romagnoli, altrimenti si rischia una multa da 2 mila a 10 mila euro.
5. A Sirolo, nelle Marche, non si occupa il posto in spiaggia lasciando un asciugamano.
6. Chi pensava di andare a Capri o a Positano e mangiare un panino in riva al mare rischia grosso calzando un normale paio di zoccoli nelle strade delle due località.
7. Sempre a Positano un’ordinanza del sindaco impedisce i fuochi d’artificio durante le feste private, tranne il sabato. Multa fino a 500 euro: troppo alto il rischio incendi, non però di sabato, chissà perché.
8. A Sorrento un’ordinanza vieta agli artisti di strada di sostare nello stesso posto per più di quindici minuti: bisogna spostarsi di almeno 500 metri.
9. A Brescia non ci si può sedere sui gradini dei monumenti storici. Una donna marocchina è stata costretta, qualche anno fa, a pagare 100 euro di multa perché si è seduta sui gradini di un monumento in piazza della Loggia. La donna, con regolare permesso di soggiorno, voleva far riposare la madre ultraottantenne, ma il vigile non ha voluto sentire ragioni.
10. A Venenzia, Lucca e Cesena non si può dar da mangiare ai piccioni.
11. A Pordenone è preferibile non litigare con fidanzati o amici. Si rischia una multa da 25 a 500 euro, perché nelle vie principali sono vietati gli assembramenti di persone “che assumono atteggiamenti o fanno cose che non consentono la fruizione degli spazi pubblici da parte di altri cittadini“.
12. A Eboli divieto di darsi un bacio in auto: 500 euro di multa.
13. A Sanremo non si può parlare con le prostitute.
14. A Lecco è vietato chiedere l’elemosina.
15. Il regio decreto del maggio del 1904 prevede una tassa per la bonifica delle paludi diventate terre coltivabili, che non è mai stata abolita, anche se le paludi ormai non esistono più.

E poi c’è Milano. Qui iregolamenti comunali con cui gli agenti della polizia locale circolano ogni giorno per le strade cittadine sono così assurdi da meritare una classifica a parte.

1. Se gli abiti non sono in ordine, si rischiano 40 euro di multa.
2. 40 euro di multa anche per chi, magari solo per gioco, avesse la malaugurata idea di arrampicarsi su un albero.
3. 50 euro la sanzione per chi viene trovato a fare i suoi bisogni lontano dai gabinetti pubblici e a chi espone biancheria alla vista del pubblico ovvero decide di stendere abbigliamento sui balconi o davanzali delle facciate condominiali.
4. 50 euro di multa per chi viene sorpreso dai vigili milanesi a far pascolare animali in luogo pubblico.
5. viene sanzionato con una multa di3.098 euro il cittadino trovato in auto con una salma e privo dell’idoneità sanitaria. Per trasportare un cadavere, insomma, consigliamo alla malavita milanese di rivolgersi alle pompe funebri o almeno, dopo aver fatto fuori qualcuno, di munirsi dell’idoneità sanitaria.

In ultimo, ma non per ultimo, tra le leggi assurde del Bel Paese c’è il regolamento comunale di Falciano del Massico, comune di 3.700 anime in provincia di Caserta, che stabilisce il divieto di morte. Qui è vietato morire e a certificarlo c’è un’ordinanza comunale firmata nel 2012 dal sindaco Fava. La cittadina, infatti, non possiede un cimitero e il sindaco, provocatoriamente ma con serietà, ha raccomandato ai cittadini residenti e di passaggio di non “oltrepassare il confine della vita terrena per andare nell’aldilà, per quanto nelle possibilità di ciascuno“. Per ironia della sorte, l’unica legge che gli Italiani rispetterebbero volentieri, è proprio quella che sono costretti a trasgredire.

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