Italicum, i punti chiave del testo base per la nuova legge elettorale

L’Italicum è pronto per affrontare l’iter parlamentare. Dopo gli ultimi accordi tra i partiti (M5S escluso), è stato reso noto il testo base della nuova legge elettorale, che consta di due macro articoli legati rispettivamente alle riforme della Camera dei Deputati e a quelle del Senato della Repubblica. Diventa fondamentale comprendere quelle che sono le maggiori modifiche rispetto al vecchio sistema.

Innanzitutto prima grande modifica alla struttura per l’assegnazione dei seggi alla Camera. Diventano 150 le circoscrizioni, che riprendono quelle del 1993 del Mattarellum, ma accorpate. Dalla Tabella B allegata al testo base è reso noto che saranno suddivise in collegi plurinominali: dodici in Piemonte, ventiquattro per la Lombardia, dodici in Veneto, tre in Friuli-Venezia Giulia, quattro in Liguria, dieci in Emilia Romagna, nove in Toscana, due in Umbria, quattordici per il Lazio, tre in Abruzzo, uno per il Molise, quindici in Campania, undici in Puglia, due in Basilicata, cinque in Calabria, tredici per la Sicilia, quattro in Sardegna.

I numeri fanno comprendere facilmente quanto piccoli siano i collegi, spesso più di uno per provincia. Discorso a parte per Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta: la prima sarà composta da otto collegi uninominali e la seconda da un solo collegio.

Sbarramenti

Dopo settimane di discussioni sui quorum da raggiungere per entrare in Parlamento, la nuova legge elettorale prevede tre differenti soglie di sbarramento: 4,5% per i partiti all’interno di coalizioni, 8% per i partiti che concorrono da soli, 12% per le coalizioni. Soglie che appaiono insormontabili per i partiti di estrema sinistra, che costringono Sel all’alleanza col Pd e che in questi giorni hanno spinto Ncd e Casini a cercare un accordo con Forza Italia.

Premio di maggioranza

Alla lista o alla coalizione che riceve almeno il 37% dei voti (soglia alzata dopo l’iniziale 35 % del primo testo base), a cui spetta un premio di maggioranza del 18%, ma con limite al numero di seggi, 340, che si possono ottenere. Nel caso in cui nessuno raggiunga il 37% dei voti, si svolgerà un secondo turno fra le prime due liste o coalizioni di liste. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti. Chi vince il ballottaggio prende 327 seggi. I restanti 290 sono divisi proporzionalmente tra gli altri partiti.

Preferenze: le grandi assenti

Criticato aspramente il Porcellum per le candidature calate dall’alto dai partiti, la nuova legge elettorale non reintrodurrebbe la possibilità di scegliere direttamente chi eleggere. Di fatto sono create mini-liste bloccate con i nomi dei candidati scritti direttamente sulla scheda. Da decidere definitivamente ancora la possibilità per un candidato di potersi presentare in più di un collegio; il testo base non lo prevederebbe ma Ncd ha insistito notevolmente su questa possibilità e ad oggi appare possibile una deroga con candidabilità in tre o quattro collegi differenti, a vantaggio ovviamente dei partiti minori che beneficerebbero della spinta dei big anche laddove poi questi non sarebbero realmente eletti.

Abolizione del Senato

Il testo base elenca le procedure di elezioni che potrebbero risultare obsolete laddove il progetto istituzionale di Renzi che prevede l’abolizione della seconda camera, e la formazione di un ramo del Parlamento delle Regioni non eletto, fosse accolta in tempo. Se non arriverà in porto la riforma del bicameralismo perfetto, nell’Italicum è inserita una
clausola di salvaguardia” che rende applicabile la legge elettorale anche al Senato. Percentuali, soglie e premio di maggioranza sono le stesse della Camera stavolta su base nazionale, con riparto regionale. Cambia però la grandezza delle circoscrizioni, dal momento che il numero degli elettori per il Senato è minore.

Prossimi giorni decisivi per vedere quante e quali modifiche saranno apportate al testo base, e che legge elettorale effettivamente sarà approvata dal Parlamento.

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