Non c’è pace per la Siria, anche la giornata di oggi è stata macchiata da violenze e disordini nel centro di Aleppo, dove i prigionieri del Carcere Nord (per la maggior parte detenuti politici) sono stati liberati. Intanto il governatore di Homs, Talal Barrazi, ha fatto sapere che è stato raggiunto l’accordo con l’Onu per l’evacuazione dei civili detenuti nel centro della città da parte delle truppe governative. Le autorità siriane garantiscono che l’azione sarà portata a termine al più presto possibile.
La situazione è estremamente critica: secondo dati diramati dall’Osservatorio siriano per i diritti umani sarebbero 1200 le persone che da oltre un anno vengono trattenute nella città vecchia da parte di truppe governative, e su questo tema è intervenuto anche il Ministro degli Esteri russo Lukashevich, invitando la Siria alla cooperazione costruttiva con le Nazioni Unite per risolvere la situazione nel minor tempo possibile.
Ma i problemi non sono pochi: con scarsi risultati si sta cercando di rispettare la tabella di marcia internazionale per la distruzione dell’arsenale chimico, ma le date fissate sembrano ormai irraggiungibili; inoltre il numero stimato di combattenti stranieri al fianco delle milizie anti regime è fissato a oltre 60 mila, e ciò rende ancora più complicate le trattative.
Le notizie sul caso si susseguono e l’ultima in questo senso si riferisce agli attacchi aerei governativi che, solo nelle ultime ore, hanno ucciso undici civili. Ma il dato più sconcertante è quello riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, che fissa a 246 il numero di morti ad Aleppo, solo negli ultimi cinque giorni.