Pussy Riot, lo show con Madonna per Amnesty scatena la lite

Si è svolto lo scorso 5 febbraio il concerto-evento Bringing human rights home, organizzato da Amnesty International al Barclays Center di New York. L’evento, al quale hanno partecipato numerosi artisti e VIP internazionali, tra cui Madonna, solidali alla causa dei diritti umani, ha visto anche la partecipazione di due ospiti d’eccezione. Si tratta di Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, due componenti del gruppo punk femminista russo delle Pussy Riot.

Scarcerate lo scorso dicembre dopo due anni di reclusione a causa di una protesta pubblica contro Putin all’interno della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, le due attiviste hanno riscosso il favore del pubblico newyorkese. Presentate da Madonna, che ha sottolineato l’importanza e la fortuna di vivere in un paese dove si è liberi di esprimere le proprie idee, le due Pussy Riot non si sono esibite artisticamente, ma sono intervenute sul palco con un acceso intervento a sostegno della loro lotta politica contro il governo di Vladimir Putin, alla vigilia dell’apertura dei giochi olimpici di Sochi 2014.

Un intervento a favore dei diritti umani e della libertà di espressione dunque, che però non è piaciuto alle altre compagne del gruppo. È comparsa infatti sul sito delle Pussy Riot una lettera firmata da sette nomi d’arte (l’appartenenza al gruppo prevede il totale anonimato) in cui Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova vengono accusate dalle loro ex-compagne di averle tradite, in quanto «vendere biglietti per un concerto è in forte contraddizione con i principi delle Pussy Riot. Non accettiamo mai denaro per le nostre performance, e ci esibiamo solo a sorpresa in luoghi pubblici».

Chissà cosa ne pensano le due Pussy Riot rinnegate.

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