Sochi, ucraino indagato per il tentativo di dirottamento aereo

Prima un allarme bomba, poi quello che si è scoperto essere un tentato dirottamento. Il giorno della cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali, un boing 737-800 della Pegasus Airlines è stato oggetto dell’azione estrema, ma sembrerebbe guidata dall’alcool, di un 44enne ucraino, Artiom Kozlov. L’uomo aveva intenzione di cambiare la rotta del 737-800 decollato in Ucraina da Karkhov, a Sochi, la cittadina russa sul Mar Nero teatro delle Olimpiadi.

La destinazione, Instanbul, è stata raggiunta comunque dal boing scortato da due caccia-bombardieri F-16 turchi. L’aereo atterrato al Sabiha Goekcen è stato isolato in una zona periferica così da permettere le operazioni di messa in sicurezza del velivolo poiché all’inizio si credeva che l’attentatore avesse con sé del materiale esplosivo. Dopo aver fatto scendere i 110 passeggeri, l’attentatore per scappare dalle squadre degli artificieri e delle teste di cuoio anti-terrorismo, ha tentato di entrare nella cabina di pilotaggio del boing minacciando di far usare il detonatore per far esplodere l’aereo ma ben presto si è capito che si trattava di un falso.

L’uomo, che era verosimilmente piuttosto agitato, è stato fatto calmare da un traduttore ucraino, ora è indagato per tentato atto di terrorismo. Notizia di ieri è che Ivan Vartchenko, consigliere regionale in Ucraina, ha dichiarato di conoscere l’attentatore: “Dovrebbe essere esaminato dagli psichiatri“. Un soggetto disturbato quindi e lo dimostrerebbe anche la motivazione, presunta, secondo la quale sarebbe stato mosso: salvare il presidente ucraino Ianukovich da Putin. Secondo alcune fonti, Kozlov avrebbe chiesto anche la liberazione di alcuni ostaggi manifestanti antigovernativi e il rilascio della ex premier Yulia Tymoshenko.

Kozlov si trova ancora in Turchia ma in Ucraina per questa faccenda del tentativo dirottamento aereo rischia fino a 10 anni di carcere per tentato atto terroristico.

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