Paris Fashion Week, la donna è pungente, comunicativa e iconica

Giunta nella sua fase centrale e più acclamata, la Paris Fashion Week alimenta le aspettative degli specialisti del settore moda e pone analiticamente, e come assolute, le osservazioni e i giudizi degli occupanti della famigerata prima fila accanto alle passerelle.

Nella quinta e sesta giornata di PFW si sono alternati differenti modi di rappresentare la donna, ma tutte presentano un fil rouge: il volerla rappresentare autonoma, pungente, comunicativa e iconica.
Sottolineare i suoi punti di forza, enfatizzare il potere comunicativo celato dietro il volto angelico della donna e bistrattare i luoghi comuni sono il cardine per l’autunno/inverno 2015.

Il week end è iniziato con la sfilata di Junya Watanabe. Lo stilista giapponese, favorito di Rei Kawakubo di Comme des Garçons, non si discosta dalla sua linea tradizionale e con i presupposti “avant-garde” colora la donna di un nero deciso, forte. Poco opinabile la sobrietà con la quale riesce a far emergere il bisogno di non colore.

Anche la maison del precettore, Comme des Garçons, usa colori scuri per la sua collezione. Sfumature di nero e di grigio nascondono il femmineo ma provano a scoprire la seduzione della stagione fredda.

Letteralmente situata all’antipode concettuale la sfilata di Tsumori Chisato, anch’essa stilista giapponese, che fa nuotare le sue donne nel colore. La vivacità e l’energia che viene espressa dai suoi abiti è ritrovabile storicamente nel suo mood ispirativo “healthy dose of manga/bohemian cuteness”.

L’eccentrica Vivienne Westwood non ne sbaglia mai nessuna e trasforma l’oratorio del Louvre in una sfolgorante passerella protestante nella quale sfilano abiti frutto della commistione di arte tribale e arte ottocentesca, con chiara ispirazione al primo couturier, Charles Frederick Worth, e alla tribù peruviana Ashaninka.

Pizzi, tulle drappeggiato sulla vita, ampie gonne damascate, maniche a sbuffo, su donne con un make up meticolosamente etnico che indossano scarpe gioiello con tacchi altissimi, diventano il simbolo della sensibilizzazione ambientale. Infatti, la stilista da sempre impegnata in cause naturalistiche assai lodevoli, sulle passerelle parigine pone l’accento sul Cool Earth, dopo l’Artico, la nuova missione proposta dalla Westwood è salvare tre foreste equatoriali entro al 2020.

La domenica inizia con un tuffo nel passato. Kenzo, in un batter di ciglia, ci riporta nei sfavillanti anni ’50. L’allestimento scenografico e la cura dei dettagli musicali è stata curata da David Lynch. Al suo encomiabile personaggio si ispirano anche abiti e accessori della collezione: le figure violente di Velluto Blu e Cuore selvaggio (motoseghe, forbici, pugnali), lo zig zag dei pavimenti nei sogni di Fuoco e cammina con me, le stampe delle mitiche montagne di Twin Peaks si trasformano in ricami, in fantasie e in motivi che caratterizzano ogni look in passerella.

Giallo, rosso, viola, verde sono sicuramente le tinte che grazie alla Paris Fashion Week ritroveremo prossimamente sulle vie delle città.

La giornata prosegue con la sfilata Céline e Chloé.
Entrambe le case d’alta moda propongono di avvolgere la donna in linee morbide. Istanza contrastante l’utilizzo dei colori, il primo preferisce per il prossimo A/I affiancarsi alle nuance scure e calde, il secondo, invece, preferisce il bianco e l’accostamento dei colori pastello. Le mantelle e i maglioni a collo alto sono la scelta vincente per entrambe le collezioni.

Sofisticata la donna di John Galliano che alterna cromie chiare a cromie scure, tessuti leggeri a quelli vellutati. Eterea e scultorea sancisce l’iconicità del suo appeal.

L’eleganza indiscussa di Givenchy viene riconfermata anche durante questa Paris Fashion Week disegnando una donna seducente, sexy ed elegante. Le bluse trasparenti diventano capi passepartout da tenere nell’armadio di ogni donna, il floreale non passa mai di moda ed è facilmente spendibile con accostamenti color pastello o con le pellicce dai colori ambrati.

Impostazioni privacy