La sorte di Alitalia nelle mani del referendum

È una settimana cruciale quella che attende Alitalia che, dopo il pre-accordo firmato il 14 Aprile con i sindacati, vedrà i 12.500 dipendenti della compagnia aerea ai seggi, per esprimere il proprio parere attraverso il referendum. I voti inizieranno Giovedì 20 Aprile alle 6 del mattino e si protrarranno fino alla mezzanotte del 24. Per il referendum non è previsto alcun quorum.

I dipendenti di Alitalia avranno modo di decidere il destino dell’azienda per la quale lavorano e per farlo potranno recarsi nei seggi allestiti appositamente a Fiumicino, dove ce ne saranno cinque, e a Linate e Malpensa che avranno un seggio ciascuno.

Un momento cruciale che va a chiudere il lungo periodo di instabilità che ormai da tempo grava sulla compagnia aerea. Se la bozza stilata verrà accettata, infatti, si potrà pensare di risollevare la compagnia attraverso il rilascio dei fondi necessari all’azienda. In caso di esito negativo, invece, ci sarà il commissariamento cui seguirà inevitabilmente la svendita della stessa.

Ricordiamo che nel pre accordo si prevede una riduzione degli esuberi per gli impiegati di terra quali dirigenti, impiegati ed operai, mentre per il personale di volo è previsto un taglio dello stipendio stimato intorno all’8% con riduzione dei giorni di riposo annuale. Una serie di regole che sembrano non aver soddisfatto pienamente i dipendenti della compagnia che al momento si trovano divisi sul voto. E divisione sembra esserci tra i sindacati. Mentre alcuni di loro incitano un voto negativo, altri hanno infatti deciso di lasciare piena libertà ai dipendenti, affidandosi così alla coscienza dei singoli.

Un referendum che in caso di vittoria del no, costerebbe allo stato più di un miliardo di euro, rappresentando al contempo il fallimento di una grande compagnia.

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