“Le botte? Una benedizione!”. Islamiche spiegano come si pesta una moglie

“Le botte che i mariti danno alle loro mogli non sono altro che una benedizione, una bellissima benedizione”. Queste sono parole che penseremmo uscire dalla bocca dei musulmani fondamentalisti, e invece no: a pronunciarle sono niente di meno che le loro stesse donne.

In circolo c’è infatti un gruppo di islamiche radicali, ribattezzato “Hizb ut-Tahrir”, che altro non fa se non tenere lezioni durante le quali viene spiegato come si picchia una moglie, ma anche una sorella o una qualsiasi donna che si ha “sotto il proprio controllo”. “Il marito – dicono le esponenti della setta – se picchia la moglie lo fa perché la ama, per lui è quasi una conseguenza naturale. Non lo fa né con odio né con rabbia, ma solo per seguire i comandamenti di Allah”.

Una delle maggiori rappresentanti del gruppo “Hizb ut-Tahrir” è Reem Allouche, insegnante delle scuole elementari che abitudinariamente ormai tiene delle lezioni di mezzora in cui spiega come vanno pestate le donne, e quindi come va usato il “sivaak”, bastone che in alcune realtà islamiche viene usato appositamente per infliggere dolore al gentil sesso.

Una lezione di Reem è stata filmata e portata alla ribalta da Ollie Gillman, giornalista del Daily Mail. Nel video, Reem spiega che i mariti hanno tutto il diritto e il potere di picchiare le loro mogli. Prima di ricorrere alle maniere forti, però, gli uomini sono tenuti ad infliggere prima delle punizioni “più leggere”, come frustare le mogli con una sciarpa o un pezzo di stoffa.

Ma quali sono i casi in cui una donna può essere bastonata dal marito? Secondo “Hizb ut-Tahrir”, la disobbedienza ad Allah e al marito, gli atti immorali, il tradimento anche solo se fatto a gesti (come il far entrare in casa una persona sgradita al marito) sono tutti atti che possono dar luogo alla bastonata come forma di punizione accettabile. Proprio così: a-c-c-e-t-t-a-b-i-l-e.

Impostazioni privacy