Tre spremute più acqua: conto da 41 euro da Cracco. E’ polemica

Sul ristorante di Carlo Cracco sito nella Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, si accendono nuove polemiche. E la polemica è ancora una volta incentrata sui prezzi proibitivi applicati dal locale del noto chef.

In particolare, ad accendere la miccia dello scandalo è stato uno scontrino pubblicato sui social che mostra come tre spremute d’arancia e due bottigliette d’acqua possano portare a un conto di ben 41 euro: le spremute costano infatti 9 euro l’una, mentre le bottigliette d’acqua da 0,75 litri costano la bellezza di 7 euro l’una. La consumazione si riferisce al 10 luglio scorso nel bar-bistrot del piano terra.

Il conto decisamente salato ha scandalizzato molti utenti, ma la versione di Carlo Cracco e del suo staff è sempre la stessa: i menù dei locali che fanno capo al famoso chef espongono sempre molto chiaramente i prezzi di cibi e bevande, e al di là dell’opportunità di applicare prezzi così alti, il consumatore è libero di andare da un’altra parte se non gli stanno bene le condizioni che trova in quello specifico posto. Dopotutto nella stessa Galleria si può mangiare e bere con molti meno soldi in portafoglio, tanto è vero che a pochi passi dal ristorante di Cracco si trovano un McDonald’s e varie pizzerie.

Proprio per questa ragione il conto ha sì scandalizzato, ma la questione ha inaspettatamente sollevato più critiche su chi ha pubblicato la foto rispetto a quante non ne abbia ricevute il locale di Carlo Cracco. Perché la versione della maggior parte degli utenti è quella che abbiamo descritto poc’anzi, e cioè che se si va da Cracco ci si deve aspettare di tutto, e che di possibilità per bere delle spremute e acquistare delle bottigliette d’acqua a prezzi decisamente più decorosi ce ne sono sicuramente molte.

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